18 aprile -
Gentile Direttore,
mi inserisco nel dibattito sul nuovo ruolo della Medicina Generale in questa fase di emergenza. In particolare penso che uno dei nuovi compiti possa essere di sostenere le persone nell’utilizzo del contact tracing digitale che, per essere efficace, dovrebbe esser utilizzato dal 60% degli italiani.
Tale strumento solleva peraltro diverse perplessità.
La pandemia scatenata dal nuovo coronavirus Sars-Cov-2 sta infatti evidenziando non solo i limiti dei nostri sistemi sanitari, politici ed economici, ma anche di quelli giuridici, ad esempio la capacità della nostra società di rinunciare a diritti consolidati, come la libertà di spostamento e la privacy, in cambio della sicurezza.
Il controllo dei dati può assurgere, in certi casi, a strumento di sanità pubblica, anche se il rischio è di arrivare a comportamenti delle autorità eccessivamente intrusivi, basati sull’emotività del momento, con l’adeguamento a modelli che delegando alla tecnologia la soluzione dello stato di emergenza, non riescono a bilanciare il diritto alla riservatezza con l’esigenza di tutelare la salute.
Molti giuristi hanno già chiarito che, in casi di emergenza come questo, la telesorveglianza è giustificata in forza dei principi di proporzionalità e limitazione nel tempo.
Il contact tracing non deve quindi diventare un gigantesco strumento di identificazione, occorre una privacy “modulata”, non sospesa, l’utilizzo di dati pseudoanonimizzati o anonimizzati, ricorrendo, come affermato da Antonello Soro, alla reidentificazione da parte delle autorità pubbliche laddove vi sia tale necessità, ad esempio per contattare i soggetti potenzialmente contagiati[i].
I dati completi dovranno essere conosciuti soltanto dalle autorità pubbliche, alle quali deve essere riservata la fase dell'analisi, che necessita delle garanzie e della responsabilità degli organi dello Stato.
E’necessaria per questo una legge ad hoc, che tenga conto della correttezza e della proporzionalità del trattamento dei dati, una legge di durata strettamente collegata al perdurare dell’emergenza[ii].
Questi nuovi strumenti andrebbero valutati sulla base di progetti fondato sul principio di gradualità, mediante studi pilota di fattibilità e validità, in aree delimitate prima di estenderle su scala nazionale. Un progetto ispirato a principi generali di trasparenza, proporzionalità e coerenza tra obiettivo perseguito e strumenti usati.
Si deve assolutamente evitare la “marcatura” delle persone, che può addirittura esporre al rischio della caccia all’untore. Nei paesi che hanno utilizzato il tracing in modo coercitivo sono stati infatti descritti episodi di biasimo sociale e talvolta di violenza, anche fisica[iii].
Oltre alla riservatezza, deve essere garantita la sicurezza dei dati, per evitare utilizzi impropri, ad esempio per motivi commerciali. I depositari delle informazioni, in particolare le grandi piattaforme, devono dimostrare la conformità ai requisiti di protezione dei dati, affidabilità e trasparenza, a garanzia dei diritti degli interessati e dell’attendibilità dell'analisi. Dovrà essere chiaro chi conserva i dati e quali controlli effettua su di essi. Delle informazioni, una volta cessata l’indispensabilità del contrato alla pandemia, non dovrà rimanere traccia.
Importante è infine che il cittadino che riceve l’alert di essere stato a contatto con un contagiato venga tutelato da una struttura organizzativa che gli sia di riferimento e di supporto informativo.
Un’ultima considerazione è che, per la prima volta nella storia, nel corso di una pandemia, al corpo biologico si può affiancare il corpo digitale, con dispositivi che non devono essere considerati e utilizzati come apparato sensoriale pervasivo, ma strumenti di connessione e integrazione tra corpi ontologicamente diversi, per consentire di sconfiggere la pandemia con misure appropriate ad una società democratica
Dott. Giampaolo Collecchia
MMG, Massa (MS)
Comitato di Etica Clinica, Azienda USL Toscana Nord Ovest
[i]https://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9299193
[ii]https://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9294061
[iii]https://spectrum.ieee.org/the-human-os/biomedical/ethics/halting-covid19-benefits-risks-digital-contact-tracing