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QS Edizioni - domenica 24 novembre 2024

Lettere al Direttore

Il tempo sospeso nella sessualità ai tempi del Coronavirus

di Claudia Ara
14 aprile - Gentile Direttore,
esiste un legame strettissimo e antico tra alimentazione e sessualità. Entrambe sono legate agli stessi ormoni e sono caratterizzate dalla ricerca di piacere e dalla risposta a un bisogno fisiologico. L’alimentazione è la prima funzione che permette di soddisfare i bisogni di intimità, di sicurezza e di fare esperienza del mondo esterno. Allo stesso modo, la sessualità è una funzione che ci spinge verso l’altro, nonché fonte di piacere e di sviluppo della nostra identità.
 
In questi lunghi giorni di quarantena il pensiero è andato verso il concetto di “tempo sospeso” utilizzato nell’ambito della psicoterapia per descrivere il blocco evolutivo nel corpo delle persone affette da disturbi alimentari (Onnis, 2005). Con l’obbligo di isolamento sociale nell’emergenza Covid-19, ci si ritrova sospesi in un tempo caratterizzato dalla limitazione del movimento, del contatto, dalle emozioni espresse attraverso la fisicità.
 
Ciò che rimane attiva è, invece, la sessualità intesa in tutto quel repertorio di comportamenti che vanno dalla seduzione e dal corteggiamento alla ricerca di intimità e di piacere orgasmico ed espressa attraverso la comunicazione telematica.
 
In che modo si inserisce in questa riflessione la sessuologia?
Occorre premettere che qualsiasi comportamento può essere collocato lungo un continuum che va dalla normalità alla patologia, all’interno del quale esistono svariate sfumature di benessere o di disagio. Dalla mia attività sessuologica durante la quarantena emergono due riflessioni principali. In un estremo si possono inserire gli individui e le coppie che riescono a trarre un vantaggio dal lockdown, attraverso la riscoperta entusiastica, reale o virtuale, di momenti di vicinanza e di intimità.
 
Nell’altro estremo, la sessuopatologia è riconducibile a due diversi tipi di comportamento, altrettanto opposti e che possono presentare varie sfumature di intensità e di frequenza, che trovano analogia nel panorama dei disordini alimentari.
 
Infatti, da un lato si osserva come l’immobilismo corporeo associato a vissuti depressivi di perdita e ad emozioni intense quali l’ansia e la paura, può fare sviluppare un calo del desiderio sessuale con conseguente evitamento di rapporti fisici e di ricerca del piacere. Tra le conseguenze a lungo termine si può ipotizzare una diffusione maggiore di disfunzioni sessuali, in particolare del “Disturbo ipoattivo del desiderio sessuale” (HSDD) individuato nel DSM 5 e caratterizzato dalla mancanza o assenza di fantasie sessuali e di desiderio di attività sessuale.
 
Negli estremi più gravi, all’interno di uno spettro fobico e ossessivo, si può verificare una forma di “Anoressia Sessuale” nella quale regna l’inappetenza affettiva e il soggetto non nutre fiducia verso l’altro percepito come un “nemico” e, di conseguenza, evita in maniera compulsiva qualsiasi situazione di disagio che deriva dal contatto esterno.
 
Dall’altro lato, ma sempre lontano da un reale grado di soddisfazione, la continua sovraesposizione a stimoli sessuali disponibili online, può favorire lo sviluppo o la cronicizzazione di disordini o disfunzioni sessuali quali l’ipersessualità e la cybersex addiction. Riprendendo l’analogia cibo – sesso, come nelle abbuffate alimentari, nella “bulimia sessuale” si verifica il pensiero ossessivo verso il sesso, l’impulsività e la compulsiva ricerca (craving) di gratificazione sessuale attraverso esperienze erotiche ed interattive online. Ciò può comportante un disagio clinicamente significativo mediante lo sviluppo di sintomi come l’ansia, la depressione, i disturbi del sonno e la compromissione di equilibri familiari e sociali già precari, attraverso l’aumento dell’infedeltà o la mancata concentrazione negli obiettivi lavorativi.
 
In che modo intervenire?
In generale, è importante intervenire attraverso un’attività psicoeducativa online da parte di esperti destinata ai ragazzi e agli educatori al fine di sviluppare le conoscenze e le competenze utili per sperimentare all’esterno relazioni efficaci.
 
Nelle situazioni di difficoltà e psicopatologia conclamate è importante rivolgersi ai servizi di consulenza e di terapia sessuale online. Nel ricordare che “di relazioni ci si ammala, ma di relazioni si guarisce”, l’intervento psicosessuologico deve essere mirato a scoraggiare la diffusione dell’infezione psichica della diffidenza, dell’ostilità e della paura dell’altro.
 
Questo tempo apparentemente sospeso, può diventare dinamico e produttivo sviluppando la consapevolezza dei propri pensieri, dei propri bisogni, dei desideri, dell’immagine corporea e degli schemi relazionali al fine di rendere ogni individuo libero di vivere una sessualità sana e nutriente.
 
Claudia Ara
Psicoterapeuta – Sessuologa Clinica
14 aprile 2020
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