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QS Edizioni - lunedì 2 dicembre 2024

Lettere al Direttore

Coronavirus. Lo avevamo già detto

di Biagio Papotto
16 marzo - Gentile Direttore,
ancora una volta ci troviamo a scrivere che eravamo stati profeti a chiedere i dispositivi di protezione individuali per i medici ed il personale sanitario, che il rischio sopraggiunto dell’epidemia di Covid-19 doveva prontamente vedere risposta dai datori di Lavoro, per mettere medici, sanitari e pazienti nella condizione di essere tutelati col minor rischio possibile.

Ebbene, per tutta risposta c’è stato il ritardo - se non la latitanza - di talune aziende a fornire idonei DPI e procedure ad hoc, se non addirittura la reprimenda ad indossare la mascherina quando si visitavano i pazienti “per non spaventare la popolazione”. La schizofrenica comunicazione politica ha contagiato molte aziende sanitarie (d’altra parte la nomina di questi “manager” è loro prerogativa), ed il triste risultato è il contagio di decine (se non centinaia) di medici e professionisti sanitari.A questo punto ognuno deve essere messo di fronte alle proprie responsabilità; chiederemo a chi di dovere di usare il codice penale perché qualcuno ha causato per inerzia vittime sul campo; il datore di lavoro che non ha adempiuto, colposamente o preterintenzionalmente, a questo punto dovrà essere richiamato a pagare i propri errori.

Non siamo “forcaioli”, e mai lo saremo, ma le grida di allarme che i nostri colleghi hanno lanciato a noi ed alle aziende sono caduti nel vuoto, oppure - quando ascoltati - raccolti in colpevole ritardo in nome di insufficienza di fondi spese gare e mancate forniture.
Dobbiamo per l’ennesima volta ringraziare la preparazione e la grandissima competenza dei medici e sanitari Italiani che hanno saputo fare scelte scientificamente inoppugnabili e frutto dei loro lunghi e faticosi studi universitari (che ora infatti ci valgono i convinti complimenti dei colleghi cinesi), molti di noi hanno tirato fuori dalla memoria le nozioni di igiene e profilassi, di epidemiologia e virologia etc. etc., che hanno compensato la colpevole assenza delle parti datoriali.

Ci tocca ricordare anche le nostre lettere con cui abbiamo parlato della scellerata scelta del regionalismo o del taglio lineare di posti letto in nome di risparmi che alla fine si sono dimostrati la scelta peggiore, perché causeranno spese ben maggiori – per tacere delle migliaia di lutti attesi -, oppure del blocco delle assunzioni che ha impoverito “la ricchezza” delle aziende, che hanno bruciato “risorse umane”, vero ed unico capitale rinnovabile perché trasferibile alle nuove leve delle ASL ASP o come “diavolo” le hanno ribattezzate. Ci fermiamo qui e rivolgiamo un pensiero alle vittime di questa epidemia con non distingue pazienti ed operatori ma che forse poteva risparmiarne qualcuno se si fosse agito con competenza, fermezza o…bah, bastava anche la sola prontezza.

Bastava rispettare i medici e sanitari prima, per quel che dicevano e facevano, anziché applaudirli farisaicamente dopo, per quel che fanno in emergenza e con mezzi insufficienti. Non siamo eroi. Siamo medici e sanitari. Gli stessi che prima si pensava ormai servissero a poco e costassero molto. Be’, quelli – nel caso – sono altri...
 
Biagio Papotto
Segretario nazionale Cisl Medici
16 marzo 2020
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