15 febbraio -
Gentile Direttore,
la Società Italiana Infermieri di Emergenza Territoriale (SIIET), che ho l’onore di presiedere, continua a strutturarsi. Dopo le nomine, già avvenute, dei referenti di Emilia Romagna, Toscana e Veneto il mese di Febbraio vedrà strutturarsi anche i nuclei di Sardegna, Puglia e Lombardia.
Altre regioni importanti, quindi, in attesa di tutte le altre che formalizzeremo nel mese di Marzo e nei successivi, dove saranno presenti gruppi SIIET, ben definiti e con un proprio referente, con il fine di portare avanti gli obbiettivi primari della Società:
- promuovere e coordinare la ricerca ed altre iniziative culturali e scientifiche indirizzate allo sviluppo professionale, sia in ambito nazionale che in ambito internazionale;
- promuovere la qualificazione e la formazione dei soci per l’evoluzione e lo sviluppo delle competenze specifiche;
- contribuire al miglioramento dell'assistenza sanitaria in Emergenza Territoriale attraverso una risposta completa ed adeguata ai bisogni di assistenza infermieristica del cittadino;
- coinvolgere e rappresentare gli infermieri dell'Emergenza Territoriale nelle questioni che riguardano la crescita culturale e professionale e l'organizzazione del lavoro;
- coinvolgere e rappresentare gli infermieri di Emergenza Territoriale nei rapporti tra operatori, cittadini, enti pubblici e ordini professionali, per tutte le problematiche concernenti la professione infermieristica, ivi escluse quelle di stretta competenza sindacale ed ordinistica;
- rappresentare la vision dell’Associazione nei tavoli politico-amministrativi ponendosi come interlocutore privilegiato nel trattamento di tematiche riguardanti i sistemi di Emergenza Territoriale;
- contribuire alla diffusione della cultura dell’emergenza e del primo soccorso attraverso la progettazione ed implementazione di adeguati percorsi formativi e informativi, promuovendo direttamente iniziative allo scopo e vigilando su quelle in corso;
- promuovere la definizione di sistemi di verifica delle attività svolte.
In relazione alla recrudescenza di talune posizioni, ormai per fortuna minoritarie a livello nazionale, che continuano a proporre modelli astratti e non ben declinati di “equipe”, vogliamo ricordare che una vera equipe di emergenza territoriale non è tale per il solo fatto di muoversi sulla stessa auto ma, anzi, funziona quando tutte le professionalità presenti sono messe in condizione di essere espresse al massimo delle potenzialità e a seconda del livello di risposta richiesto, quindi in maniera anche disgiunta (automedica, mezzo India o auto infermieristica, mezzo di soccorso base).
È importante non mascherare, attraverso il termine equipe, una visione medico centrica che non è più presente da tempo in nessun sistema di emergenza territoriale evoluto del mondo. SIIET porterà avanti e proporrà una visione di sistema in cui l’infermiere sia il più possibile autonomo all’interno delle proprie competenze e responsabilità, ben definite in primis dalla Legge 251/2000 e dal relativo profilo professionale. È importante iniziare a ragionare con i numeri e con i dati, più che con i proclami.
Questi sono a totale favore dell’autonomia infermieristica, e della sicurezza per il paziente da essa derivata (si legga a tale riguardo il rapporto FIASO 2019 - analisi organizzativa dei servizi 118) quando, ovviamente, questa sia inserita ed espressa in un sistema di equipe VERA e ben gestita, con procedure chiare e ben definite per tutti i ruoli in campo, con un sistema di risk management serio e realmente proiettato verso il miglioramento del sistema anche attraverso una seria valutazione degli esiti e di formazione congiunta e certificata.
Un sistema strutturato per livelli di intervento dove la figura medica, grazie alla sua alta specializzazione che dovrebbe essere sempre garantita, sia veramente il valore aggiunto del sistema. Il terzo e più alto livello dove l’equipe possa prendere forma e senso, e dove il medico sia decisore finale, in presenza o in remoto a seconda delle necessità, in tutte quelle situazioni (pochissime nella pratica clinica) dove procedure e protocolli non siano sufficienti a garantire l’ottimale gestione del paziente ma dove, nel contempo, le altre figure, in primis gli infermieri, siano state messe in grado, con le proprie competenze e l’utilizzo delle procedure di cui sopra, di stabilizzarne le condizioni in totale sicurezza.
Questo, a nostro parere, è il modo di valorizzare tutte le figure presenti nel sistema senza sprecarne la professionalità e senza, ancora più importante, che vi sia alcuna invasione di campo tra i soggetti operanti. Questo, a nostro parere, è parlare davvero di equipe in emergenza territoriale, per poter fornire un servizio di altissima qualità ai nostri assistiti. Ne parleremo approfonditamente nel congresso di Marzo, a Riva del Garda, con i più importanti esponenti del sistema di emergenza nazionale, nel tentativo di poter dare finalmente una linea di indirizzo che sia scientificamente fondata.
Roberto Romano
Presidente SIIET