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QS Edizioni - venerdì 22 novembre 2024

Lettere al Direttore

Gli operatori sanitari e sociosanitari devono diventare pubblici ufficiali

di Saverio Proia
16 ottobre - Gentile Direttore,
ha perfettamente ragione il segretario nazionale di FIMMG Continuità Assistenziale, Tommasa Maio nell’affermare che “Il fenomeno delle aggressioni contro il personale sanitario e in particolare contro i medici di Continuità Assistenziale che lavorano di notte rimane purtroppo una seria emergenza. Non c'è più tempo da perdere di fronte ad una escalation di violenza che riusciamo a documentare solo in parte. Servono soluzioni definitive. Chiediamo con forza il riconoscimento dello status di pubblico ufficiale, ritenendolo strumento indispensabile per arginare queste violenze.”
 
In un precedente articolo avevo scritto che: “ “Primum vivere” e pertanto preliminarmente andrebbe  garantita la sicurezza fisica e psichica di chi opera in sanità a tal fine, oltre al varo delle proposte di legge all’esame, in considerazione del fatto incontrovertibile  che ogni esercente una professione sanitaria o sociosanitaria, nel suo agire professionale attua un diritto costituzionalmente garantito, sarebbe quanto mai opportuna una campagna mediatica e formativa per ricostruire nell’immaginario collettivo il rispetto del ruolo di chi opera per la tutela della salute e, a tal fine, riterrei corretto, proprio per la specifica funzione esercitata per la tutela della salute individuale e collettiva, che vada loro attribuita la qualifica di pubblico ufficiale, indipendentemente dal rapporto di lavoro autonomo o dipendente e  le pene per chi offenda o aggredisca questa specifica  tipologia di pubblico ufficiale siano raddoppiate rispetto a quanto già  previsto dal Codice penale. La sicurezza non è un concetto di destra o di sinistra è un bene positivo per ogni vivente.”
 
La sicurezza degli operatori sanitari e sociosanitari è, infatti, un’emergenza nazionale che abbisogna di tante ed articolate iniziative per promuoverla, realizzarla e consolidarla ma ci sono cose che non costano nulla ma che rendono tanto.
 
Tra queste emerge sicuramente la necessità di riconoscere per legge la qualifica di pubblico ufficiale a chiunque eserciti una professione sanitaria o sociosanitaria, ambedue elencate dalla legge 3/18, proprio per la pubblica funzione che svolgono in attuazione di un diritto costituzionalmente, cioè l’articolo 32, che va oltre il concetto di salute ai cittadini sino a comprendere gli individui, cioè qualsiasi umano vivente stia sul nostro territorio nazionale.
 
Per questo la modifica dell’articolo 357 del codice penale italiano è quanto mai opportuno andando oltre l’elencazione in esso prevista,
 
Il riconoscimento della qualifica di pubblico ufficiale ad essi per esplicare il massimo potenziale di efficacia dovrebbe essere integrato da un inasprimento della pena per chi aggredisce o vilipende questa fattispecie ma soprattutto dalla conseguente procedibilità d’ufficio per chi commetta i suddetti reati.
 
E’ ormai opinione comune che i veri nuovi eroi sono i professionisti della salute che, riescono a garantire uno dei migliori servizi sanitari nazionali con risorse inferiori alla media degli altri Stati e questo riconoscimento della qualifica di pubblico ufficiale è, a mio giudizio, un atto dovuto che mi auguro che in sede di approvazione alla Camera del ddl “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni possa essere presentato ed approvato un emendamento che riconosca la qualifica di pubblico ufficiale agli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie, indipendente dal loro rapporto di lavoro…un emendamento dal minimo sforzo, ma dal massimo rendimento.
 
Saverio Proia
16 ottobre 2019
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