25 settembre -
Gentile Direttore,
il Ministro dell’Istruzione Fioramonti ha proposto tasse (un poco) più alte su voli aerei, merendine e bibite zuccherate per ottenere più salute e risorse, e il Presidente del Consiglio Conte l’ha considerata “praticabile”. Subito però si sono levate forti critiche dai grandi produttori, dall’opposizione e persino da forze di governo. La Sanità dovrebbe restare spettatrice o intervenire nel dibattito?
Partiamo dalle bevande zuccherate. Da tempo è noto che danneggiano la salute, aumentando i rischi di sovrappeso/obesità, carie dentaria, diabete. Se n’era già occupato
Quotidiano Sanità, a seguito di un articolo su
Lancet Public Health sui benefici per la salute usando la leva fiscale, per altro confermati da gran parte degli studi.
Poi grandi ricerche hanno fornito prove di aumento della mortalità totale,
sia negli USA (con effetto-dose: dal +6% con 2-6 bevande a settimana fino al +21% con ≥2 bevande al dì), sia
nella ricerca EPIC (+17% con ≥2 bevande dolcificate al dì rispetto a meno di 1 al mese), su quasi 500.000 adulti di 10 paesi, Italia inclusa. La ricerca conclude: “I risultati supportano le campagne di sanità pubblica e le misure per ridurre i consumi di
soft drink”.
Dunque è coerente che chi ha a cuore la salute le sostenga. Esse comprendono, certo, l’educazione alla salute, sempre doverosa. I produttori e tanti interventi in buona fede chiedono di limitarsi a questa, che purtroppo da sola non basta. La leva fiscale è un’importante misura aggiuntiva, di efficacia certa, soprattutto con i giovani e andrebbe incoraggiata.
Certo, nello specifico andrebbe accompagnata da una seria informazione, che:
- incoraggi a bere acqua (in genere ottima quella d’acquedotto! risparmiando costi anche ambientali, in plastica, ecc.)
- scoraggi l’uso alternativo a bevande alcoliche, anche più dannose (salvo aumenti coordinati delle accise a più bevande non salutari)
- dichiari con chiarezza il reinvestimento in programmi di salute pubblica delle maggiori accise riscosse (es. ridurre in parallelo le accise su frutta e verdura, anche in ristorazioni e distributori automatici...)
E unita a un monitoraggio attento dei risultati, pronti a rimodulare gli interventi per raggiungere meglio gli obiettivi.
Circa la proposta di un’Iva strategica di 1 euro su voli nazionali e 1,50 sugli internazionali, non è certo in grado di scoraggiare chi vuol prendere l’aereo, ma dà un segnale nella direzione giusta e aiuta ad aumentare la consapevolezza, per scegliere forme di mobilità più sostenibile, quando è possibile. Infatti le emissioni dei motori aerei contribuiscono molto all’effetto serra, perché rilasciate in alta troposfera e bassa stratosfera, dove sono più dannose. Chi desiderasse approfondire il tema “Aeroporti e Salute” può farlo con le
pubblicazioni della Dr.ssa Litta dell’ISDE (es. pag. 54).
Se si vogliono rispettare gli impegni internazionali di ridurre le emissioni di gas serra e quanto chiedono i giovani di Fridays for Future, nell’interesse di tutti noi, oltre che delle generazioni a venire, va accettato anche un uso coerente e mirato di incentivi e disincentivi fiscali.
Restando in tema di tassazione di consumi nocivi, un
cenno alle e-cig, pure appena trattate da Quotidiano Sanità, per l’emergente epidemia di patologie polmonari da
svapo.
In proposito la Fondazione
Allineare Sanità e Salute ha espresso da anni la propria posizione e formulato proposte, ben prima che di tassare le e-cig parlasse l’OMS, e in contrasto sia alle posizioni acritiche di chi ne auspicava la diffusione per ridurre i danni da sigarette convenzionali, sia agli opposti pregiudizi di chi ne rifiutava ogni uso, “a prescindere” da prove disponibili:
1. vietare ogni pubblicità e gli aromi delle e-cig, con tutto ciò che può attrarre adolescenti e avvicinare al fumo chi non fuma, oltre a vietare l’uso di e-cig in contesti dove è vietato fumare;
2. parificare la tassazione con quella delle sigarette convenzionali (e puntare ad aumentare gradualmente entrambe) per scoraggiare qualsiasi avvicinamento alle e-cig di non fumatori e incentivare lo smettere di fumare ogni prodotto, a partire dalle sigarette. (usare comunque in modo trasparente i proventi della tassazione per educazione alla salute e per quanto al punto 3);
3. offrire invece gratis modelli regolamentati di e-cig
solo a fumatori dipendenti da sigarette convenzionali che inizino in modo esplicito un percorso di cessazione, insieme al counselling strutturato di un sanitario. Il rimborso/rilascio in farmacia dovrebbe avvenire solo dietro ricetta medica, redatta dal curante solo all’interno del percorso di cessazione, e con verifiche periodiche con smokeranalyzer che le e-cig stiano
sostituendo le sigarette convenzionali, e non vi si sommino!
NB: certo, così il mercato delle e-cig si ridurrebbe di 1-2 ordini di grandezza, ma allo stato delle conoscenze la salute della comunità dovrebbe essere prioritaria.
4. il punto 3 deriva da valutazioni pragmatiche ed
evidence based (
revisione Cochrane dei trial randomizzati controllati e
un più recente grande trial) sul fatto che le e-cig ottengano risultati migliori e siano più accette dei prodotti sostitutivi a base di nicotina (TSN) come supporto alla cessazione, pur essendo più difficile interromperne l’uso dopo aver smesso con le sigarette. Per questo dovrebbero di norma costituire una 2
a linea, da adottare in chi, avendo provato a smettere con un counselling strutturato + TSN o vareniclina, non ha avuto successo con questi supporti consolidati.
In conclusione, non si tratta a nostro avviso di rifuggire da “qualsiasi” tassazione, ma:
- di entrare nel merito, accettando di usare la leva fiscale in modo selettivo per disincentivare ciò che minaccia la salute dei singoli e della comunità (l’impegno a non aumentare/ridurre la pressione fiscale complessiva
non significa precludersi usi funzionali della leva fiscale per politiche di valore sociale e sanitario);
- destinando al tempo stesso almeno le risorse ricavate per incentivare in modo esplicito consumi, comportamenti e servizi salutari per gli individui, la comunità e la sostenibilità del pianeta.
Alberto Donzelli
Comitato scientifico Fondazione Allineare Sanità e Salute, a nome del Consiglio Direttivo
Roberto Romizi
Presidente Medici per l’Ambiente, ISDE Italia