15 luglio -
Gentile Direttore,
la lettera al Direttore “
Ricordo di Eva Buiatti a dieci anni dalla sua morte” di Fabrizio Bianchi e Roberto Romizi mi ha ricordato non solo i rapporti affettivi con Eva durati un periodo lunghissimo (l’avevo conosciuta come studentessa universitaria , poi era divenuta mia cognata e successivamente il contatto familiare continuo con amicizia e stima fino alla sua morte), ma anche quelli strettamente professionali negli anni 2001-2006.
Nel 2002 avevo lasciato l’incarico di Direttore della Unità Operativa cardiovascolare dell’ospedale di Careggi per pensionamento ed era stata formalizzata, su suggerimento dell’Assessore alla sanità, la mia collaborazione ,del tutto gratuita, con l’Agenzia regionale Toscana ed in particolare con l’Osservatorio di Epidemiologia allora coordinato dalla Dott.ssa Buiatti. Con Eva abbiamo lavorato su vari progetti tra cui principalmente sui Centri di riferimento deliberati in quel periodo dalla Regione Toscana.
In una moderna medicina sempre più specializzata e complessa le istituzioni sanitarie hanno il compito non solo di assicurare alla popolazione prestazioni di un livello e qualitativo adeguato ed uniforme, ma anche di valorizzare e potenziare i centri di riferimento sia a livello regionale che nazionale. Questo permette di promuovere e garantire metodi innovativi di assistenza ed evitare dispersione di risorse economiche e professionali.
E’ sufficiente avere presente il problema delle malattie rare, che proprio per la loro caratteristica richiedono l’osservazione di un numero adeguato di pazienti perché gli operatori sanitari possano acquisire l’esperienza adeguata per una corretta diagnosi e terapia.
Con queste premesse la Regione Toscana con numerose delibere dal 1999 al 2002 aveva riconosciuto ben 157 centri aventi funzioni di riferimento distribuiti soprattutto nelle varie Aziende ospedaliere-universitarie di Firenze, Pisa e Siena. All’Unità Operativa che dirigevo ne erano stati riconosciuti tre: per le cardiomiopatie, per le valvulopatie e per le cardiopatie congenite dell’adulto. Quest’ultimo, un problema sociale crescente con necessità d’interventi multidisciplinari, avrebbe operato in stretta collaborazione con il Centro per le cardiopatie congenite riconosciuto per l’Ospedale Meyer.
Che il numero dei Centri complessivamente deliberati in Toscana fosse eccessivo era risultato subito evidente e lavorammo a lungo con la dott.ssa Buiatti proprio per elaborare una serie di criteri che avrebbero portato ad una migliore formulazione del progetto. Furono svolte indagini conoscitive, organizzato un convegno sull’argomento al quale aveva partecipato anche l’allora assessore alla sanità Enrico Rossi , e iniziata la costruzione di un sito sia per ottenere informazioni dagli addetti ai lavori che per darle agli utenti.
Nel 2005 era stata studiata dall’interno dell’Assessorato anche la possibilità di eventuali attribuzione di fondi per tali strutture. Purtroppo l ’unica notizia successiva sull’argomento è del 2007 quando Eva mi comunicò che vi era l’intenzione di costituire una commissione da parte dell’Assessorato regionale . Non mi risulta che questa commissione si sia costituita né allora, nè in seguito.
Si deve dedurre che i centri aventi funzioni di riferimento promossi dalla Regione Toscana venti anni fa sono un progetto dimenticato ?
E’ una domanda che ritengo giustificata non solo in memoria della Dott. Eva Buiatti, ma anche da parte di chi continua a lavorare in modo qualificato , ma con notevoli difficoltà e senza supporti particolari sotto l’egida di “Centro avente funzioni di riferimento della Regione”.
Dott. Alberto Dolara
Già Direttore Unità Cardiovascolare, S.Luca, Ospedale di Careggi, Firenze