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QS Edizioni - lunedì 25 novembre 2024

Lettere al Direttore

La sanità integrativa non vuole in alcun modo distruggere il Ssn, anzi punta a rilanciarlo

di Marco Vecchietti
28 giugno - Gentile direttore,
il tema della Sanità integrativa, negli ultimi giorni, è stato al centro di numerosi interventi e articoli scritti da vari esperti e operatori del settore, pubblicati sulla vostra testata. Visto il dibattito suscitato su un tema di vitale importanza per il futuro della sanità italiana, mi piacerebbe, da studioso della materia e da professionista del settore assicurativo, offrire il mio contributo alla discussione in maniera costruttiva.
 
Per prima cosa vorrei chiarire che la proposta da me avanzata negli ultimi anni circa l’istituzione di un Secondo Pilastro Sanitario non è affatto un modo per mandare in pensione, dopo oltre 40 anni di onorato servizio, il nostro Servizio Sanitario Nazionale. E tantomeno di privatizzarlo sul modello Usa come erroneamente ipotizzato dalla lettera del 26 giugno firmata da Fondazione Allineare Sanità e Salute, Slow Medicine, ISDE, Medici per l’Ambiente – Italia, Gruppo NoGrazie e Medicina Democratica Onlus.
 
È indubbio però che il SSN è stato istituito in un contesto sanitario e sociale molto diverso da quello attuale e oggi, come dimostrato anche dal IX Rapporto sulla sanità pubblica, privata e intermediata realizzato in collaborazione con il Censis e presentato lo scorso 13 giugno in occasione del Welfare Day, non riesca più a soddisfare i suoi principi fondanti (universalismo, uguaglianza e sostenibilità) e i bisogni sanitari e di cura dei cittadini.
 
Ecco dunque arrivare in suo aiuto un Secondo Pilastro Sanitario che si vada ad affiancare a esso, in continuità con l’impostazione già seguita nel settore previdenziale riguardo ai Fondi Pensione. Il Secondo Pilastro Sanitario non è un modello nel quale i cittadini ricevono le cure privatamente ma un sistema di “gestione in monte” delle prestazioni sanitarie erogate al di fuori del SSN rimaste a loro carico.
 
Mi permetto anche di segnalare, sempre sulla base della sopracitata lettera, l’ingiustificato allarmismo circa la possibilità che i cittadini italiani iscritti a Fondi e Assicurazioni sanitarie possano addirittura decidere, in un prossimo futuro, di “abbandonare” il SSN, evitando così di finanziare con le proprie tasse un servizio che non utilizzano quasi più. Ritenevo fosse superfluo precisarlo, ma dopo aver letto queste dichiarazioni, mi corre l’obbligo di farlo: la sanità integrativa non vuole assolutamente distruggere il SSN ma punta a rilanciarlo, offrendogli un supporto concreto. L’unico obiettivo per il quale Istituzioni, parti sociali e operatori del settore devono lavorare in sinergia è quello di riuscire a garantire a tutti i cittadini italiani (giovani, anziani, sani, malati, ricchi e poveri) un diritto fondamentale come quello alla salute, evitando di alimentare scenari fantasiosi e senza alcun tipo di fondamento giuridico.
 
Vorrei anche chiarire alcuni pregiudizi che aleggiano continuamente sulla sanità integrativa. Dire come fatto nella lettera pubblicata nei giorni scorsi che la sanità integrativa fornisce prestazioni inappropriate significa ignorare il fatto che, come dimostrato dal IX Rapporto RBM-Censis, 71 prestazioni su 100 di quelle fatte direttamente nel privato di tasca propria dai cittadini siano state prescritte dal medico, o Mmg o specialista di pronto soccorso.
 
La rimborsabilità delle prestazioni sanitarie da parte delle Forme Sanitarie Integrative è infatti sempre subordinata alla presenza di una prescrizione medica recante quesito diagnostico e patologia, addirittura molti Fondi Contrattuali e Polizze Aziendali richiedono necessariamente che tale prescrizione venga rilasciata dal medico di base. Inoltre se ogni 100 tentavi di prenotazione di una prestazione Lea nel pubblico 28 transitano nel privato pagate di tasca propria dai cittadini a causa di liste d’attesa lunghe e/o addirittura bloccate (pratica vietata dalla legge) - certamente non imposte da Assicurazioni o Fondi -  la colpa non può essere attribuita di certo né ai cittadini né a Fondi e Assicurazioni sanitarie.
 
Chiedo pertanto ai miei interlocutori di chiarire la loro posizione e nello specifico di “portare” proposte concrete e alternative, se ci sono, all’istituzione del Secondo Pilastro Sanitario. Non basta infatti dipingere la sanità integrativa come il male assoluto pronto a distruggere il SSN, senza poi però formulare delle proposte efficaci per il rilancio di quest’ultimo. Sono pronto pertanto a proseguire il confronto in un incontro aperto, costruttivo e senza pregiudizi con tutti coloro vorranno aderire all’iniziativa. Obiettivo: garantire a tutti gli italiani il diritto alla salute.     
 
Marco Vecchietti
Amministratore Delegato e Direttore Generale RBM Assicurazione Salute S.p.A
28 giugno 2019
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