27 giugno -
Gentile Direttore,
finalmente possiamo affermare scientificamente che le Terapie Riparative (ogni tentativo di cambiare orientamento sessuale a qualunque titolo) uccidono gli adolescenti Lgbt attraverso il suicidio.
Sono queste le conclusioni della
metanalisi USA sugli adolescenti Lgbt nota come Progetto Trevor 2019.
Su questo tema in Italia abbiamo ancora il silenzio assenso del Ministero della Salute e della Fnomceo sulle affermazioni omofobe di Gandolfini o De Mari, che sostengono al contrario che curare l'omosessualità riduca i suicidi degli adolescenti Lgbt, maltrattati perché diversi. Questa è violenza istituzionale ed omofobia sanitaria.
Dirlo online è importante perché questo è il principale mezzo di informazione e comunicazione per
gli adolescenti oggi.
Sono proprio i minori/adolescenti Lgbt maltrattati, indotti spontaneamente o costretti con la forza alle Terapie Riparative e poi quelli che vivono comunque in contesti omofobi ad essere le vittime di suicidio. Soprattutto Transgender o Effeminati/Virago, poi bisessuali, omosessuali e lesbiche.
Il suicidio è una disgrazia evitabile con un comportamento Gayfriendly da parte del personale sanitario ed una secca condanna di tortura verso chi, in veste di medico, psicologo, infermiere o altro professionista sanitario assuma comportamenti omofobi o transfobi o faccia pressione verso modifiche dell'incoercibile orientamento sessuale o altro comportamento e identità di genere.
Quella degli adolescenti Lgbt per suicidio è una strage evitabile sulla base della ricerca scientifica Evidence Based, ma sarebbe bastata la Pietas e perfino solo la pietà, nei casi più ostici. Lo sappiamo già anche dalla storia di Alan Turing, grazie al quale abbiamo il computer con cui comunicare.
Manlio Converti
Psichiatra
Presidente Amigay