29 maggio -
Gentile Direttore,
faccio seguito alla notizia riportata in data 21 maggio 2019
sulla testata da lei diretta riguardante una proposta di legge che vorrebbe facilitare l'uso dei defibrillatori semiautomatici esterni (DAE) da parte di chi non è medico (Defibrillatori obbligatori nei luoghi pubblici ad alto affollamento. Ddl dell’on. Volpi).
Com’è noto, l’attuale legislazione permette tale uso dal 2001 anche ai non medici (quindi alle altre professioni sanitarie e, più in generale, a chiunque) a patto che si sia specificatamente formati da parte di un ente accreditato presso una delle Regioni del nostro Paese. Questo criterio ha creato e crea dubbi sul fatto che, in caso di necessità, un soccorritore occasionale che non sia stato abilitato possa sentirsi autorizzato a utilizzare il DAE. Ricordo come la possibilità di sopravvivenza di una vittima di arresto cardiaco, in base ai dati disponibili, passi principalmente attraverso gli interventi immediati da compiere subito dopo il collasso: riconoscimento dell’arresto cardiaco, chiamata al 112/118, effettuazione delle compressioni toraciche, eventuali ventilazioni di soccorso e defibrillazione precoce appena possibile.
Purtroppo, il numero di vittime che riceve tali interventi da parte di testimoni e astanti rimane ancora molto basso: poiché la sopravvivenza da arresto cardiaco è tempo-dipendente, ciò comporta un drammatico impatto sugli esiti finali per cui meno di una vittima su 10 sopravvive a lungo termine.
Per cercare di fare chiarezza e rimuovere il maggior numero di ostacoli tra la vittima e i suoi potenziali soccorritori, Italian Resuscitation Council (IRC) sta da tempo approfondendo gli aspetti tecnico-scientifici e giuridici relativi anche all’uso del DAE. Abbiamo proposto di estendere la salvaguardia giuridica implicita negli articoli 51 e 54 del Codice Penale che giustificano qualunque azione venga tentata in caso di necessità per soccorrere e salvare una vita.
Tale proposta ha destato l’interesse di molti deputati già sensibili al tema che stanno elaborando numerose proposte di legge (non solo una quindi) su questo tema. IRC, società scientifica nell’albo del Ministero della Salute, sta attivamente cooperando con i proponenti per offrire loro supporto tecnico. Forte della sua capillare rete formativa nel campo della rianimazione cardiopolmonare, della sua massiccia attività (nell’ultimo anno, 10.000 corsi BLSD, “Basic Life Support/Defibrillation” con 120.000 persone formate, oltre ai corsi avanzati) e delle sue attività scientifiche in ambito nazionale e internazionale (IRC partecipa attivamente attraverso i suoi esperti alla redazione delle Linee Guida dell’European Resuscitation Council), IRC è a disposizione delle istituzioni e collabora con altre associazioni in questo sforzo migliorativo.
Con questo scopo, ci preme sottolineare che la lotta all’arresto cardiaco non passa attraverso un solo, se pur importante, intervento o attore. La catena della sopravvivenza ha molti ruoli e implicazioni. E’ necessario da una parte conoscere il “nemico”: è più che mai urgente disporre di registri epidemiologici regionali sugli arresti cardiaci che possano confluire in un unico registro nazionale (IRC da anni ha implementato localmente il RIAC che si integra col registro europeo EuReCa/ESCAPE-NET). E’ necessario sapere dove sono i DAE già sul territorio attraverso un loro censimento e la loro registrazione presso le centrali operative del 118 (CO118).
E’ necessario rendere operativa in tutte le Regioni un’unica applicazione gestita dalle CO 118 per la localizzazione dei DAE e dei possibili soccorritori senza moltiplicarle inutilmente e quindi renderle poco utilizzabili. E’ necessario avere più DAE sul territorio che siano accessibili 24/7 attraverso incentivi fiscali da applicare solo a coloro che, al momento dell’acquisto del DAE, lo registrino presso le CO118 e rendano disponibile il loro dispositivo alla comunità. E’ necessario che tutte le CO118 forniscano istruzioni pre-arrivo (IPA) ai chiamanti per guidarli ad eseguire le compressioni toraciche e usare il DAE.
Soprattutto, è sempre più importante informare e formare la popolazione su questi temi: nel 2013 IRC ha fatto nascere “
Viva! la settimana per la rianimazione cardiopolmonare” e promuove attivamente la giornata mondiale dell’arresto cardiaco (
World Restart A Heart Day, 16 ottobre; www.ircouncil.it).
Tutti questi elementi dovrebbero essere considerati in un’unica proposta di legge che voglia realisticamente incidere sulla prognosi dei pazienti in arresto cardiaco.
Siamo certi che attorno ad una “battaglia” così importante possano unirsi le migliori forze istituzionali, scientifiche, associazionistiche e volontaristiche del nostro Paese con un unico fine: salvare più vite, salvarle in condizioni migliori, senza timori di incorrere in paradossali conseguenze legali.
Andrea Scapigliati
Presidente di Italian Resuscitation Council