6 marzo -
Gentile direttore,
leggo con stupore, la
notizia di un comunicato della Regione Lazio che asserisce che il TAR del Lazio avrebbe "respinto la sospensiva" relativa al ricorso - da me patrocinato - di un gruppo di infermieri contro il medesimo ente regionale per la corretta e preventiva applicazione della mobilità nei concorsi pubblici.
La notizia non risponde a verità, e spiace molto (lo dico anche da cittadino) che la Regione possa dare false informazioni su fatti da tutti facilmente verificabili.
In realtà, pochi giorni prima della discussione della nostra richiesta di sospensiva (fissata per il 26 febbraio) la Regione ha emanato un decreto commissariale (DCA n° 68 del 22 febbraio 2019) nel quale, citando espressamente il nostro ricorso ed affermando di voler evitare l'alea del giudizio, aumentava i posti destinati alla mobilità nell'ambito del concorso pubblico indetto dall'AOU Sant'Andrea, da 58 a 283; in pratica dando ai ricorrenti una soddisfazione ancor maggiore di quella che avrebbe comportato il completo accoglimento del ricorso con il quale si richiedevano 252 posti per la mobilità.
In siffatta situazione, il sottoscritto difensore ha ovviamente rinunciato alla richiesta di sospensiva (visto il sostanziale accoglimento delle nostre ragioni) ma ha mantenuto fermo il ricorso per la pronuncia sul merito.
In conclusione, il TAR non ha respinto nulla, né si è in alcun modo pronunciato, ma ha solo preso atto che i ricorrenti erano stati ampiamente soddisfatti.
E' appena il caso di aggiungere che all'udienza camerale erano presenti sia il difensore della Regione che quello del Sant'Andrea che dunque ben sono a conoscenza dell'inesistenza di provvedimenti di rigetto da parte del TAR, peraltro oggettivamente verificabili presso il sito del TAR del Lazio, sez. III quater, n° 35 del ruolo della camera di consiglio del 26.2.19.
La prego, gentile Direttore, di voler dare il dovuto risalto alla presente sul Suo quotidiano, poiché la falsa notizia data dalla Regione si pone in radicale contrasto con quanto dal sottoscritto già riferito ai propri assistiti, coinvolgendo quindi gravemente la mia correttezza e deontologia professionale.
Il ché, come converrà, è certamente inaccettabile.
Avv. Maurizio Nucci