23 novembre -
Gentile Direttore,
oggi i Medici Anestesisti Rianimatori calabresi, analogamente ai loro colleghi di tutt’Italia, scioperano. Lo fanno non solo per rivendicare un giusto diritto, quello di ottenere il rinnovo di un contratto ormai scaduto da quasi dieci anni. Lo fanno non solo perchè nella Pubblica Amministrazione sono tra i pochi a non aver ancora chiuso questa partita.
E neanche perchè nell’Area della Sanità sono rimasti gli ultimi, pur essendo i primi a garantire il diritto alla salute dei cittadini negli ospedali.
Lo fanno soprattutto per tutelare il Sistema Sanitario pubblico, definanziato e destinato a breve ad implodere, auspicando condizioni di lavoro che garantiscano la sicurezza delle cure ai cittadini.
Chiedono uomini e mezzi, i Medici Anestesisti Rianimatori italiani. Chiedono che vengano aumentati i posti nelle Scuole di Specializzazione, che venga ampliata la rete formativa, che aumentino le assunzioni. E che questo sia fatto in fretta, perchè ci vogliono cinque anni per ottenere una specializzazione, mentre la popolazione di Medici Anestesisti Rianimatori è ormai anziana e si corre il rischio, domani, di non aver un adeguato ricambio generazionale.
E, dopodomani, di chiudere le sale operatorie; e di dover emigrare, per un intervento chirurgico, non più dalla Calabria alla Lombardia, ma dall’Italia all’estero.
Chiedono, I Medici Anestesisti Rianimatori, che sia potenziato il Sistema Sanitario pubblico a salvaguardia di quella universalità delle cure che è stata il fiore all’occhiello della Sanità italiana.
E che la miopia organizzativa dei governi fin qui succedutisi, attuale incluso, o una perversa strategia, rischiano di traghettare verso un modello duale basato su una sanità pubblica di bassa qualità garantita ai più, ed una sanità privata, di livello, accessibile solo a chi potrà permetterselo.
Con tanti saluti al Welfare.
E scioperano, i Medici Anestesisti Rianimatori calabresi, anche perchè, nonostante i quasi dieci anni di commissariamento vissuti tra i tagli lineari ai costi del personale ed i sacrifici via via crescenti e non più tollerabili dagli operatori, il disavanzo economico è rimasto immodificato, come peraltro recentemente dichiarato dai Magistrati della Corte dei Conti, gli uomini sono sempre più demotivati, i mezzi sempre più obsoleti, i L.E.A. sempre lontani dall’essere garantiti e la migrazione sanitaria lì, a flusso costante, a certificare la scarsa fiducia ormai riposta dai calabresi verso il proprio sistema sanitario.
E la migrazione è già di per se un segnale dell’incipiente implementazione di un sistema sanitario duale: chi può permetterselo si cura nelle regioni in cui l’offerta sanitaria è maggiormente appetibile, aggravando ulteriormente il
gap con la nostra
. Chi non può permetterselo si deve accontentare di ciò che passa il convento.
Gli Anestesisti Rianimatori italiani sono i medici della Sanità Pubblica per antonomasia, sono quelli che lavorano negli ospedali per acuti, nelle rianimazioni e nelle sale operatorie, sulle eliambulanze e nelle camere iperbariche. Laddove c’è un emergenza, c’è un medico Anestesista Rianimatore.
E noi pretendiamo di essere messi nelle condizioni migliori per salvare la vita ai cittadini.
Per far questo, vogliamo uomini preparati ed in numero sufficiente e mezzi tecnologicamente avanzati. Ed anche,
last but not least, un contratto dignitoso, né più né meno di quello degli altri comparti della Pubblica Amministrazione, fatto soprattutto di regole certe.
E chiediamo scusa ai cittadini se oggi arrecheremo qualche disagio ma, ci credano, stiamo davvero lavorando per loro.
Dr. Domenico Minniti
Consigliere Nazionale AAROI EMAC
Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani - Emergenza ed Area Critica