9 settembre -
Gentile Direttore,
sto seguendo con interesse e preoccupazione gli sviluppi della
riapertura dei nuovi bandi di concorso per il corso di formazione specifica in medicina generale per l’annualità in corso. Stando a quanto appreso a mezzo stampa pare assodata la riapertura dei bandi di concorso per l’aumento del numero delle borse di studio, in modo da poter usare i 40 milioni di euro del Fondo Sanitario Nazionale 2018 stanziati appositamente dall’ultimo incontro Stato-Regioni.
Premetto che, a mio avviso, questa decisione sia la più condivisibile, nell’immediato, così come rimarcato dal Dott. Scotti (Fimmg) per evitare contenziosi medico legali, a scapito unicamente della qualità formativa e della programmazione sanitaria. Volevo approfittare della sua disponibilità per suggerire come ipotesi, in un ambito di riforma della formazione a parità di risorse economiche, di approfondire meglio la legislazione già presente a riguardo.
Secondo le modifiche del D.L. 08.07.03 n.277 al più noto D.L. 17.08.99 n.368, contenente i principi fondamentali del CFSMG, recita testualmente all’art.24 comma 2 bis:
“La durata del corso di cui al comma 1, può essere ridotta per un periodo massimo di un anno e comunque pari a quello della formazione pratica di cui all’art.18, se tale formazione è impartita o in ambiente ospedaliero riconosciuto e che disponga di attrezzature e di servizi adeguati di medicina generale o nell'ambito di uno studio di medicina generale riconosciuto o in un centro riconosciuto in cui i medici dispensano cure primarie. Le Università notificano l'attivazione di tali periodi di formazione al Ministero della salute e al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca”.
Prendendo fiducia da queste vicende, di una programmazione formativa che ha bisogno di soluzioni nell’immediato, perché non pensare anche di porre un discorso più strutturato nella formazione dei giovani medici di medicina generale?
Perché non accreditare strutture (ad esempio sul territorio), per meglio formare nelle cure primarie i giovani neolaureati in modo che, nel caso optino per procedere in tale carriera, il corso di formazione specifica possa per loro essere ridotto anche a due anni? Stiamo revisionando sulla scia di altri paesi EU il percorso dell’abilitazione all’esame di stato nel tentativo di una vera laurea abilitante, perché non porre spunto anche da un ruolo di quest’ultima come periodo formativo reale nella medicina generale?
SI potrebbe, partendo dal mese di tirocinio pratico dell’esame di stato, di dare la possibilità agli studenti di continuare la loro formazione nelle cure primarie e nell’approccio al loro territorio.
Spero che questo mia lettera sia di spunto per una riflessione più generale sulla formazione specifica in medicina generale e per poterla meglio valorizzare quest’ultima, cosa attualmente veramente necessaria.
Dott. Gianmarco Rea
Tirocinante del corso di formazione specifica
ASL Latina