24 dicembre -
Gentile Direttore,
è tempo di bilanci, di nuove normative e di programmi elettorali, ma servirebbe maggiore coerenza con i valori a cui si dice di volersi ispirare. L’anno che verrà si chiude con due brutte notizie per la
politica sanitaria del nostro paese: la mancanza del numero legale necessario alla votazione della legge per lo ius soli e l’approvazione del cosiddetto
ddl Lorenzin, salutato come una legge di “riordino” della sanità italiana.
Qualcosa di positivo può essere trovato, ma tra le novità c’è il riconoscimento come professioni sanitarie dell’osteopatia e della chiropratica, così che l’esercizio abusivo di un mestiere di cura non coinciderà col praticarlo a dispetto di qualsiasi evidenza di
efficacia o
sicurezza, ma semplicemente al di fuori di un ordine professionale.
L’anno che verrà porterà anche le
elezioni. C’è da essere preoccupati, ma sarà interessante vedere se e come si manterrà coeso il fronte che da tempo sta promuovendo una sanità basata sul
consumo di medicina e non sulla promozione della salute, sulla moltiplicazione delle prestazioni e non sulla valutazione della loro efficacia, sulla sinergia tra pubblico e privato come condizione dello “sviluppo” e non sulla vigilanza dei conflitti di interesse. Una sanità che non investe, chissà perché convinta che i risultati possano giungere “a isorisorse”, uno dei mantra dei nostri anni.
Una sanità che ha stabilizzato pratiche assistenziali in cui l’
obiezione di coscienza si fa scorciatoia per la negazione dei diritti.
L’anno che sta arrivando porta piattaforme elettorali, manifesti e
lettere a Babbo Natale che, come quando eravamo piccoli, rischiano di chiedere tutto e il contrario di tutto. Scrivessimo alla Befana – più simpatica di “Santa” – chiederemmo un regalo: sia chi agisce il
servizio sanitario nazionale, sia chi lo critica dovrebbe avere la
credibilità per farlo. Perché è vero come sostiene
George Lakoff che un elenco di cose da fare che non sia legato da un trasparente sistema di valori non convincerà nessuno.
Ma è altrettanto certo che anche il richiamo all’equità, alla solidarietà o all’universalismo da parte di chi quotidianamente dimostra di non tenerne conto non è davvero più credibile.
Luca De Fiore
Associazione Alessandro Liberati network italiano Cochrane
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