2 ottobre -
Gentile direttore,
si susseguono ormai da tempo, senza sosta e con frequente cadenza gli articoli pubblicati su questo autorevole giornale circa il riconoscimento dell’ Osteopata e del Chiropratico quali nuove professioni sanitarie. Abbiamo registrato un avanzamento della querelle di questo intricato procedimento del DDL Lorenzin la scorsa settimana, con la proposta del art. 3-bis ad opera dell’ On. Marazziti, sulla quale non entro nel merito perché ci sono già stati articoli a commentare questo improvviso balzo in avanti dopo mesi di immobilismo.
Vorrei solo portare alla sua attenzione e a quella dei lettori come in tutto questo tempo, cioè da quando ha fatto la sua comparsa la proposta di istituire queste due nuove figure sanitarie in un DDL nato con una funzione completamente diversa, non si sia mai parlato di un aspetto non di secondaria importanza: i costi!
Mi sono posto questo quesito perché, facendo una ricerca nelle banche dati, tra la moltitudine di revisioni sistematiche, RCT, articoli originali, case-control, ecc…. mi sono soffermato ad una interessante revisione sistematica pubblicata nel numero di febbraio 2017 del
Musculoskeletal Science & Practice (già Manual Therapy): “Osteopathic Manipulative Treatment: A systematic review and crtitical appraisal of comparative effectiveness and health economics research”. A. Steel, T. Sundberg, R. Reid, L. Ward, FL. Bishop, M. Leach, H. Cramer, J. Wardle, J. Adams – Musculoskeletal Science and Practice 27 (2017) 165-175.
In questo lavoro, utilizzando le banche dati CINHAL, PubMed, PEDro, AMED, SCOPUS e OSTMED.DR sono stati selezionati 8 articoli per quanto concerne gli aspetti dell’ efficacia (6 USA, 1 UK, 1 Canada) e altrettanti 8 articoli per quanto riguarda l’analisi economica costi-benefici (4 USA, 3 UK, 1 Italia). Non essendo possibile descrivere nel dettaglio i risultati positivi e non dell’approccio osteopatico, a cui rimando i lettori ad una approfondita lettura, mi limito a riportare le conclusioni dei ricercatori: “… i risultati emersi riportano una insufficiente quantità ed una inadeguata qualità per una valutazione sull’efficacia e sul rapporto costi-benefici”.
In realtà, da questa revisione sono emersi risultati che in alcune aree di intervento (CLBP, neonati pretermine) hanno dimostrato una loro valenza, inclusi anche gli aspetti economici costo-beneficio, ma “… l’elevato livello di eterogeneità emerso tra gli studi selezionati non permette al gruppo di ricerca di trarre delle solide conclusioni in merito all’efficacia e all’analisi economica dell’approccio Osteopatico quando comparato con altre metodologie disponibili nel sistema salute dei vari paesi”.
I ricercatori riportano che per la prima volta in una revisione sistematica è stato valutato anche l’aspetto socio-economico sotto il profilo costo-beneficio. Siccome la creazione di una nuova professione sanitaria nel sistema salute del nostro paese (e in questo caso la politica si è sostituita a delle apposite commissioni di esperti previste per legge sulla opportunità e/o necessità della loro creazione; art. 5, comma 3, L. 43/2006) porterebbe giocoforza ad includere l’utilizzo di questi professionisti sanitari anche nelle strutture sanitarie pubbliche, un quesito vorrei porre alle istituzioni che amministrano la cosa pubblica: prima di ipotizzare la creazione di queste nuove Professioni Sanitarie è stata fatta una rigorosa analisi di tutte le ricadute economiche che ne conseguono? Perché in un momento storico dove continuamente vengono tagliate risorse al sistema sanitario, mi chiedo come sia possibile ipotizzare la definizione di nuove professioni sanitarie senza verificarne a priori la sostenibilità all’interno del SSN.
A questo quesito come cittadino, prima ancora che come professionista sanitario, avrei il desiderio di ricevere una adeguata ed esauriente risposta.
Fabrizio De Lazzari
Fisioterapista – Orthopaedic Manipulative Physical Therapist (OMPT)