23 marzo -
Gentile Direttore
secondo la recente
ricerca della Bloomberg Global Health Index, risulta che gli italiani sono tra i più sani del mondo. Merito questo, forse, anche del Sistema Sanitario Nazionale. Eppure la politica fa intendere che bisogna rivedere sia gli obiettivi sia i principi alla base del sistema sanitario italiano.
Perché? Nelle regioni italiane il numero dei dipendenti di ruolo annualmente diminuisce. Diminuiscono i posti letto ordinari, le aziende sanitarie, ospedaliere e universitarie diventano sempre più grande. La classe politica e studiosi descrivono la sanità tramite parole come: malpractice, spending review, deregulation, turn over, ticket, know how, start up, pay by result, out come, playback, out of pocket.
Parole che culturalmente infastidiscono, e non poco, gli addetti ai lavori, e che stanno generando la medicina difensiva. Gli organi di stampa segnalano l’aumento delle denuncie presentate nei vari tribunali contro medici e operatori del sistema. Denunce con le quali vengono prospettati negligenze e omissioni che, nel 97 percento dei casi si dimostrano infondate e inesatte. Sui quotidiani si possono leggere sistematicamente giudizi non positivi sui dipendenti del sistema, che è un professionista formato, che spesso dà e nulla riceve.
E’ opportuno ricordare che da sette anni 670.000 dipendenti di ruolo, sono in attesa della stipula di un nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro. Nel 2012, a Roma, manifestarono medici, biologi, farmacisti, psicologi, infermieri, amministrativi, sociologi, ingegneri, biologi, chimici, veterinari, fisici,statistici,oss, per richiamare l’attenzione sul diritto alla cura e sul diritto di curare. Oggi si taglia, si rimodula, si dismettano aziende che producono contemporaneamente prestazioni inefficienti e bilanci con il segno negativo.
Ci sono di studiosi del sistema che utilizzano solo freddi metodi economici e invitano i vari presidenti regionali a mettere un freno alle spese aziendali, e ai viaggi della speranza. Esperti che dimenticano o fanno finta di ignorare che la sanità è un settore non profit, che viene auto finanziato attraverso tasse, imposte, accise, ticket. Le teorie economiche utilizzate per studiare il sistema sanità, hanno la forza negativa di togliere il valore etico alle professioni impegnate nella sanità. Professionisti e professioni che non esitano, ogni giorno, a schierarsi dalla parte dell’utente paziente.
Oggi ai dipendenti è chiesto di frenare gli ordini in particolare per l’acquisto di beni e servizi,farmaci e materiale d’uso. A tutt’oggi con dignità e professionalità, in un ospedale, in un distretto,in una casa della salute sono assicurare, ogni giorno, prestazioni dignitose e adeguate, nonostante la perdurata e atavica carenza di reattivi, lastre, farmaci, cartelle cliniche, cotone, siringhe, letti, lenzuola, armadi.
Siamo nell’era dei tagli lineari che producono effetti negativi in tutti gli ospedali, distretti, case della salute; ma bisogna ricordare sempre di più che i professionisti della salute continuano ed assicurano ai cittadini bisognosi, cure adeguate.
Enrico Vaccaro
Dirigente Sociologo ASP Catanzaro