24 febbraio -
Gentile Direttore,
ha giustamente suscitato molto clamore la vicenda del lavoratore infermiere al quale è stato contestata l’inosservanza di disposizioni di servizio dopo aver prestato la pronta disponibilità notturna in violazione del periodo di riposo di undici ore nelle 24 ore. Necessario sottolineare che si consumano quotidianamente ed in tanti variegati contesti altri drammi non meno importanti e forse più gravi del caso di Ancona, che restano sottotraccia per l’indifferenza generale e per l’ipocrisia di attori sindacali e opinionista dell’ultim’ora che pesano la dignità di un dipendente e della sua famiglia se hanno deleghe da mantenere piuttosto che per la gravità delle vessazioni e violazioni dei diritti subite, quasi che l’agire a tutela del lavoratore sia direttamente proporzionale alla tessera posseduta piuttosto che ai danni subiti e subendi.
Io non ho tessere da tutelare, ritengo che tutte le professionalità debbano essere soccorse quando abusate e condivido con lei anche il caso AIAS (Associaizone italiana assistenza spastici), prendendo ad esempio la vicenda del segretario USB Armando Ciosci, autista del Centro di Cortoghiana, in provincia di Carbonia Iglesias: 8 mesi senza retribuzione, sospeso dal servizio 10 giorni per essersi avvalso dell’opportunità dell’art. 1676 del codice civile.
I fatti. Mentre gli assistiti con disabilità anche psichiche continuano ad essere presi in cura con la consueta professionalità e dedizione, continuano ad essere negati e violati diritti indiscutibili: 1350 lavoratori di tutte le professionalità senza stipendio da otto mesi.
Andate a vuoto tutta una serie di tentativi, iniziative, richieste e manifestazioni nei confronti dell’Associazione, si prende atto delle dichiarazioni dell’Assessorato Regionale alla Sanità che conferma in più occasioni la regolare liquidazione delle fatture delle ASL all’AIAS facendo cadere ogni loro pretesto.
Infatti:
“Le Asl sono in regola con i pagamenti delle fatture all'Aias. Il capo di Gabinetto dell'assessorato, Gianni Salis, ha spiegato quanto certificato martedì nell'incontro in Prefettura con i rappresentanti dell'Aias: le aziende sanitarie sono in regola con il pagamento delle fatture e anche per le risorse per le quote sociali del 2014-2015, già trasferite ai Comuni insieme al 70% dell'acconto per il 2016. L'Aias, per quanto riguarda l'assessorato, non ha validi motivi per non pagare gli stipendi ai lavoratori.”
Si fa quindi strada l’ipotesi che i lavoratori ricorrano all’art. 1676 del codice civile, richiedendo direttamente alle ASL il pagamento delle retribuzioni non corrisposte dall’AIAS.
Cosa dice il dispositivo di cui all’art. 1676 del Codice Civile? “
Coloro che, alle dipendenze dell’appaltatore, hanno dato la loro attività per eseguire l’opera o per prestare il servizio possono proporre azione diretta contro il committente per conseguire quanto è loro dovuto, fino alla concorrenza del debito che il committente ha verso l’appaltatore nel tempo in cui essi propongono la domanda.”
Il committente, da quando riceve la richiesta dei dipendenti, deve adempiere nei loro confronti e non più nelle mani dell’appaltatore.
Tale ricorso è stato sollecitato dall’Assessorato Regionale alla Sanità, e se ne sono avvalsi 29 lavoratori del Centro di Cortoghiana.
Ai lavoratori che se ne sono avvalsi, per tutta risposta l’AIAS contesta un addebito disciplinare, e precisamente:
Aias Cagliari – oggetto: contestazione di addebito disciplinare
Ai sensi e per effetto dell’art. 7 della legge 300/70 nonché del ccnl vigente, le contestiamo quanto segue: ella è dipendente in qualità di (omissis) attualmente con inquadramento (omissis) presso (omissis). con nota (omissis) del (omissis) il Commissario Straordinario Asl 7 ha comunicato alla scrivente Aias Cagliari l’intenzione di presentare alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari un esposto a suo carico circa le dichiarazioni mendaci da lei rese in sede di autocertificazione finalizzata alla pratica di azione diretta ex art. 1676 c.c. verso il committente Asl 7 in odio al datore di lavoro Aias Cagliari. Orbene, le contestiamo che la sua condotta, così come prospettata dal commissario straordinario contenente una rappresentazione falsa dello svolgimento dell’attività lavorativa (omissis) integrerebbe una violazione dei generali obblighi di correttezza e di buona fede da parte del lavoratore (omissis). Tale comportamento che avrebbe anche cagionato al datore di lavoro un danno patrimoniale, oltre che di reputazione, è passibile dell’adozione di provvedimenti disciplinari di cui agli artt. 31, 2 e 32 del ccnl Aias vigente. Tanto premesso, la invitiamo pertanto a fornire le sue giustificazioni entro il termine di cinque giorni dal ricevimento della presente.
Firmato il Direttore
Quale sia il danno patrimoniale per una azienda che non corrisponde le retribuzioni da mesi, non è dato di comprendere. Ipotizzare poi dichiarazioni mendaci dei dipendenti dopo che la stesso Assessorato aveva indirizzato a formalizzare l’art. 1676 del c.c., è inverosimile.
Ma per fornire la prova del danno patrimoniale ai sensi dell’art. 2043 c.c. è necessario individuare: una condotta dolosa o colposa, un evento dannoso e l’esistenza di un nesso causale che li unisca. Il risarcimento del danno patrimoniale richiede che il soggetto che asserisce di aver subito un danno ne fornisca la prova sia in relazione all’
an sia in relazione al
quantum. Su questo, i lavoratori e le organizzazioni sindacali non arretreranno di un millimetro e daranno battaglia.
Ciò detto, le deduzioni dell’AIAS rispetto alla giustificazione del lavoratore autista Armando Ciosci a seguito della contestazione ricevuta, sono le seguenti:
Oggetto: sanzione disciplinare
Facciamo riferimento alla ns. contestazione d’addebito prot. 687 del 12 gennaio 2017 ed alla sue giustificazioni fornite con lettera del 16 gennaio 2017 pervenute a questa Amministrazione in data 19 gennaio 2017, per comunicarLe che le stesse non sono state ritenute congrue ed idonee a far venire meno gli addebiti contestati che, pertanto, sono confermati. Le viene, quindi, comminata la sanzione disciplinare di 10 (DIECI) GIORNI DI SOSPENSIONE DAL LAVORO E DALLA RETRIBUZIONE, che sconterà dal 22 febbraio 2017 al 4 marzo 2017.
Firmato IL CONSIGLIERE DELEGATO
Non vi è chi non veda come la vicenda meriti la massima cassa di risonanza possibile se comparata con gli accadimenti in Ancona (che probabilmente porterà ad un nulla di fatto), mentre qui le conseguenze della violazione di diritti sta assumendo proporzioni immani e grottesche allo stesso tempo.
Sono interessati 1350 lavoratori, di cui 29 ora sospesi dal servizio e dalla retribuzione che, ironia della sorte, non vedono da otto mesi.
Graziano Lebiu
Master in diritto sindacale del lavoro e della previdenza sociale
Ndr.
Su quanto denunciato da Graziano Lebiu in questa lettera abbiamo chiesto chiarimenti all'Aias di Cagliari che al momento non ci ha ancora fornito una risposta. Ovviamente, appena e se arriverà sarà nostra cura darne conto.
C.F.