21 gennaio -
Gentile direttore,
infuria, giustamente, la polemica sul cosiddetto, "Oltre il Cup", in Veneto. Verrebbe da dire, che oltre il Cup...il nulla. Sì, perché questo sembra l'ennesimo progetto finalizzato a strappare uno, o più, titoli sui giornali. Per poi addossare eventuali disservizi, proteste e fallimenti sulle spalle dei medici di famiglia.
Infatti, la nuova modalità di prenotazione, sperimentale solo in alcune piccole località, è solo figlia di una logica del risparmio. Le ASL sono cariche di richieste di esami diagnostici? Creiamo un diversivo: scarichiamoli sui medici, costretti così a eseguire atti meramente burocratici, a scapito di quelli medici.
Alcuni, di altri sindacati, parlano di una procedura lunga pochi secondi, ma è falso. La realtà è ben altra: sostituire il Cup, vista l'arretratezza e disomogeneità del sistema informatico, comporterà un chiaro e significativo impegno degli ambulatori dal punto di vista temporale.
Con le beffa doppia per i pazienti che non solo subiscono lunghe liste di attesa per avere un esame, ma anche eterne attese nella sala di aspetto del medico. Ben felice sarebbe il medico che, nel momento stesso in cui decide la priorità di un esame, ne vedesse la prenotazione automatica, diversa è la realtà che lo vedrà dover affannosamente cercare un posto per eseguire tale indagine nei tempi congrui e mediare con il paziente la verosimile, date le note liste d'attesa, impossibilità di ottenerla.
Purtroppo, nessuno ha considerato questa eventualità, prevedendo un indennizzo per il personale amministrativo degli studi, oppure ha ipotizzato la necessità di modernizzare tutta la rete di certificazione online. No, il nulla, appunto "Oltre il Cup": la regione, insieme ai soliti noti, hanno deciso che era più semplice trasformare i medici in funzionari amministrativi regionali. Inaccettabile.
Liliana Lora
Segretario regionale Sindacato dei Medici Italiani del Veneto