16 gennaio -
Gentile direttore,
di fronte allo scambio di lettere innescato dall’i
ntervento del Dr. Alessandro Vergallo, pubblicate su Quotidiano Sanità in questa settimane, in merito al bando per direzione del Pronto Soccorso dell’ASST Spedali Civili di Brescia, penso che noi componente giovane della SIMEU, dobbiamo spendere alcune parole, anche se i toni di offesa utilizzati nei nostri confronti spingerebbero a un più dignitoso silenzio.
Nell’articolo, infatti, non viene sviscerato il motivo per cui le maggiori società scientifiche di Medicina d'Emergenza-Urgenza si stanno opponendo a un bando che va contro a qualsiasi regolamento, ma ci si limita a denigrare l’attività di noi medici formati dalla nuova Scuola di Specializzazione in Medicina d’Emergenza-Urgenza. E questo, a una prima lettura, ci fa arrabbiare, poi ci avvilisce. Ma, come sempre abbiamo fatto negli anni, nel superare le innumerevoli difficoltà che si sono frapposte alla nostra formazione, ci fa rimboccare le maniche e ci spinge a impegnarci ancora di più. Perché teniamo alla nostra formazione e alla qualità del nostro lavoro quotidiano.
Ci dispiace dovere precisare per l’ennesima volta che di certo noi non lavoriamo nell’ombra per rubare il lavoro dell’emergenza ai colleghi rianimatori: il medico d’emergenza-urgenza e il rianimatore sono due figure fondamentali e la loro collaborazione imprescindibile. Ci rincuora il fatto che nell’attività di tutti i giorni si collabora spesso in serenità tra professionisti, arricchendoci a vicenda, ma, come spesso accade, nei discorsi teorici tutte le dinamiche interpersonali diventano più complesse del dovuto.
Il motivo per cui non stiamo cercando di sottrarre il lavoro ai colleghi rianimatori è che siamo due figure completamente diverse. Certamente il medico d’emergenza urgenza si sta arricchendo sempre di più con alcune competenze rianimatorie, ma non vuole di certo soppiantare il rianimatore. Altrimenti non si sarebbe avvertita la necessità di istituire una nuova scuola di specializzazione. Il lavoro di Pronto Soccorso è un lavoro diverso, perché implica una grande competenza medica di base, necessaria per gestire al meglio i codici non rianimatori, ovvero più del 90% dei nostri pazienti. Applichiamo score di rischio clinico, gestiamo urgenze maggiori e minori, usiamo farmaci anti aritmici, ma non ci sentiamo cardiologi, somministriamo trombolitici nell’ictus, ma non ci sentiamo neurologi, eseguiamo suture senza sentirci chirurghi.
Spesso gestiamo pazienti complessi mettendo in pratica le competenze rianimatorie che abbiamo acquisito, soprattutto sul territorio, ma non ci sentiremo mai rianimatori. Non capiamo infatti dove stia la “appropriatezza e l’efficienza clinica e gestionale” nella scelta di un direttore che proviene da un’area, quella dei Servizi, diversa da quella da cui provengono tutti i medici che lavorano in quella unità operativa. Non ci sentiamo “giannizzeri dell’emergenza-urgenza” né denigriamo i colleghi rianimatori, come noi siamo stati denigrati nelle parole del Dr. Vergallo.
Siamo medici d’emergenza-urgenza e ci sentiamo in diritto di avere un direttore che parli la nostra stessa lingua.
Stella Ingrassia
Rappresentante Area Giovani Medici SIMEU