16 gennaio -
Gentile direttore,
l’Italia è uno strano Paese dove accade di tutto ed il contrario del tutto, dove è normale usanza manifestarsi forti verso i deboli e deboli verso i forti, dove la vittima viene dipinta come carnefice che viceversa assume il ruolo di vittima, e dove il riconoscimento sociale e professionale è misurato in base al ruolo che si occupa e non per quello che effettivamente si è o si fa.
Accade così che in questa strana logica del tutto abnorme chi fa il proprio dovere, come i medici dell’ospedale di Nola rei di aver curato, e sottolineerei anche salvato, persone in pericolo di vita non sono state proposte all’encomio come ci si attenderebbe bensì al licenziamento!
Non stiamo su ‘Scherzi a parte’, purtroppo è amara realtà.
Ma la cosa ancora più assurda è che la richiesta di esemplare provvedimento provenga dalla politica la quale tramite questa vicenda è stata smascherata per aver portato allo sfascio la sanità regionale tanto da essersene reso necessario il commissariamento con conseguenti tagli di posti letto e risorse i cui risultati estremi conducono inevitabilmente a episodi come quello in questione.
In questo, che potremmo definire, avamposto dell’ospedale di Nola giornalmente medici ed infermieri affrontano al pronto soccorso un’enorme affluenza di malati specialmente nel periodo invernale, quasi come se si fosse in guerra.
Una guerra in prima fila senza una retrovia sicura ed efficiente ad iniziare da una valida rete sociosanitaria territoriale che dreni questa affluenza, con la riduzione progressiva dei posti letto, contro un aumento della popolazione.
Così, pur di curare in assenza cronica di letti e barelle si poggiano con delicatezza due cittadini per terra e su un plaid per prestare immediatamente assistenza, appunto come farebbero sanitari militari in guerra.
Ma di questa guerra di trincea è uscito fuori un filmato imbarazzante e quindi come mala-politica vuole occorreva scaricare le colpe che ovviamente non possono essere rivolte su chi ha programmato e realizzato questo stato di cose bensì su tre dirigenti medici .
Fortunatamente c’è ancora tanta gente che ragiona e non sono mancate le doverose espressioni di solidarietà da parte di tanti politici, ministro Lorenzin in testa, sindacalisti, colleghi formulate nei confronti dei professionisti ( non chiamiamoli eroi) della sanità di emergenza.
Nell’affermare tutta la nostra stima nei confronti dei colleghi colpiti dai provvedimenti del presidente De Luca,riteniamo sia quanto mai opportuno che, tanto a livello nazionale che a livello regionale, si dia vita ad un tavolo di confronto con i sindacati, con le associazioni degli utenti e le direzioni delle aziende sanitarie per trovare soluzioni percorribili e condivise al dramma della sanità campana, e non solo campana.
Ovviamente partendo dall’immediato ritiro delle sanzioni comminate da De Luca ai dirigenti medici di Nola . Non vorremmo che oltre alla palese ingiustizia si introduca un nuovo tipo di mortalità : quella dei pazienti itineranti in cerca di posto letto.
Sarah Yacoubi
Componente segreteria nazionale F.S.I.