6 novembre -
Gentile direttore,
la Fnomceo ha recentemente diffuso l'esito delle sentenza n°8885 della Corte di Cassazione Penale (
Allegato a) dove si afferma:
“ciò che rileva ai fini dell'accertamento del reato di esercizio abusivo della professione medica non è il metodo scientifico adoperato, ma la natura dell'attività svolta.
Ciò che caratterizza l'attività medica, per la quale è necessaria una specifica laurea e una altrettanto specifica abilitazione, è la diagnosi, cioè l'individuazione di un'alterazione organica o di un disturbo funzionale, la profilassi, ossia la prevenzione della malattia, e la cura, l'indicazione dei rimedi diretti ad eliminare le patologie riscontrate ovvero a ridurne gli effetti: sicché non ha rilievo la circostanza che queste tre componenti della professione medica siano effettuate in base a tecniche o metodi non tradizionali ,come quelli omeopatici o naturopati, in quanto ciò che rileva è che siano poste in essere da soggetti che non hanno conseguito la prescritta abilitazione medica”.
In campo oculistico il DM 5/11/65 definisce le ametropie e le anomalie muscolari e loro complicanze come “malattie sociali“(Le malattie sociali -
Luigi Tonino Marsella, vedi
Allegato b).
Ed ancora
M.Stirpe e
M.Centofanti (in “XXI secolo”, Treccani,
Allegato c) riferiscono che una importante causa di cecità è rappresentata dalla mancata correzione dei difetti visivi (o vizi)di rifrazione ,riprendendo una dichiarazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che stima che a tale mancata correzione vadano attribuiti 8 milioni di casi di cecità e 145 milioni di casi di ipovisione.
Pertanto sembrerebbe ovvio che la profilassi, la diagnosi e la cura dei difetti visivi (ametropie) sia parte integrante della visita medica oculistica e pertanto di esclusiva pertinenza del medico oculista.
E' peraltro innegabile che il medico oculista sia sovente coadiuvato nel corso dell'attività medica dall'ortottista o assistente di oftalmologia e che demandi all'ottico la realizzazione degli ausili che permettano la correzione dei difetti visivi .
Indubbiamente una collaborazione sinergica medico oculista, ortottista e ottico potrà sicuramente contribuire alla migliore salute visiva della popolazione.
La società scientifica GOAL (Gruppo Oculisti Ambulatoriali Liberi), rappresenta i medici oculisti territoriali che da anni costituiscono il primo punto di contatto del paziente affetto da malattie o disturbi funzionali visivi. Lo scopo primario di GOAL è quello di promuovere una qualificata prevenzione primaria e secondaria, per realizzare una costruttiva alleanza con i pazienti per la salvaguardia della migliore funzione visiva.
Danilo Mazzacane
Medico Oculista
Segretario GOAL