27 luglio -
Gentile Direttore,
all’indomani della conclusione della terza edizione delle selezioni nazionali per l’accesso alle Scuole di Specializzazione di medicina (SSM2016) ed in attesa della pubblicazione delle graduatorie di merito, prevista per l’11 agosto 2016, il Comitato Nazionale Aspiranti Specializzandi (CNAS) intende condividere con l’opinione pubblica e coi portatori di interesse un’analisi sullo svolgimento delle prove concorsuali.
Si intende innanzitutto ribadire come il concorso a graduatoria nazionale per l’accesso alle scuole di specializzazione debba essere considerato un’importante innovazione rispetto alle precedenti modalità di selezione su base locale (fondate su dinamiche altamente discrezionali e, sovente, poco meritocratiche) e, pertanto, esso rappresenta un importante momento di discontinuità culturale nella selezione dei futuri specialisti e dirigenti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), nonché un valore da preservare e da sostenere senza ripensamento alcuno. Per tale ragione, come già ribadito in più occasioni in passato, i portatori di interesse si attendono che le Istituzioni competenti dedichino la giusta attenzione ed investano risorse adeguate nell’organizzazione delle selezioni al fine di garantire condizioni concorsuali omogenee per tutti i candidati che si cimenteranno nei concorsi futuri.
Infatti, per quanto rispetto alla precedente edizione del concorso nazionale (SSM2015) si siano registrati dei passi in avanti, come la riduzione dei tempi delle prove (che ha limitato le possibilità di interazione tra i candidati) ed il superamento di problemi tecnici connessi a malfunzionamenti del software utilizzato per la somministrazione delle prove, persistono delle criticità che devono essere oggetto di attenzione e di intervento risolutivo da parte del MIUR. L’attuale organizzazione delle prove parcellarizzata su base locale, in circa 450 sedi, tanto per la differente logistica quanto per le diverse dotazioni strutturali, unitamente alla non uniforme formazione del personale d’aula (preso dalle Università di appartenenza e chiamato a vigilare nelle aule dove nella stragrande maggioranza dei casi sono assegnati candidati laureatisi nel medesimo Ateneo), configura delle condizioni ambientali estremamente variabili da sede a sede. Questo al netto dei comportamenti scorretti di quei candidati che cerchino di far uso di mezzi non convenzionali (smartphone, smartwatch, auricolari, ecc.) per rispondere ai quesiti e che vanno condannati senza se e senza ma e che, a parere del CNAS, meriterebbero di essere esclusi anche dai concorsi a venire se colti in flagrante. Purtroppo, come nelle due passate edizioni del concorso, sono circolate attraverso i social numerose segnalazioni circa i punteggi medi che, seppur conseguiti all’interno di un numero verosimilmente limitato di aule, sembrano discostarsi significativamente in alto rispetto ai punteggi medi registrati a livello nazionale. Tali dati, unitamente ad una decina di casi di candidati espulsi dalle aule per comportamenti scorretti, impongono una seria riflessione, dopo ben tre edizioni concorsuali, a maggior ragione che, in maniera incomprensibile, è il terzo anno che consecutivo che vengono disattese le rimostranze e le richieste dei giovani medici aspiranti specializzandi: sbagliare è lecito, ma perseverare è diabolico!
Per di più, le suddette criticità sono oggetto di “attenzioni particolari” da parte di studi legali e associazioni ad essi connessi che, facendo leva anche sulla conseguente frustrazione di molti candidati, propongono la via del ricorso alla Giustizia Amministrativa per avere accesso alla specializzazione agognata, anche quando questi abbiano totalizzato punteggi lontani dalla soglia di accesso minima di accesso. E dopo il danno, la beffa: l’esperienza, infatti, dimostra che tali ricorsi, sovente, non sortiscono altro effetto che rallentare l’iter formativo e professionale dei giovani medici ricorrenti, che vivono per anni nell’attesa degli esiti del contenzioso.
Le ragioni delle doglianze dei candidati possono essere riassunte in una serie di
criticità, prontamente rilevate tra gli aspiranti specializzandi, che avevano sostenuto il concorso nelle edizioni 2014 e 2015, dal Comitato Nazionale Aspiranti Specializzandi (CNAS) di concerto con l’Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM), e segnalate a tempo debito al MIUR unitamente ad un’analisi dei dati raccolti e ad un
documento con numerose e circostanziate proposte che, se attuate, avrebbero permesso di prevenire e risolvere anzitempo tali problematiche.
Il CNAS si rivolge alle Istituzioni con fare propositivo e costruttivo, ma tiene a sottolineare che, dopo tre anni, il permanere dello stato delle cose non è più tollerabile e, pertanto, si impegnerà assieme ai giovani medici del SIGM ed a tutte le sigle che vorranno aderirvi, in iniziative di protesta atte a sensibilizzare le Istituzioni, Governo e MIUR in testa, al fine di ottenere, finalmente, una selezione dei futuri specialisti e dirigenti del Servizio Sanitario Nazionale priva di ombre e pienamente meritocratica. L’aspettativa è che il Ministro Giannini ascolti i giovani medici e che il MIUR lavori da subito al perfezionamento dell’organizzazione delle selezioni, dedicandovi i giusti investimenti che merita un concorso nazionale che investe ogni anno non meno di 12.000 medici e che seleziona la futura dirigenza medica del SSN.
Comitato Nazionale Aspiranti Specializzandi (CNAS)