toggle menu
QS Edizioni - domenica 24 novembre 2024

Lettere al Direttore

Perché la Fnomceo non si pronuncia anche su altre questioni?

di Manlio Converti
22 luglio - Gentile direttore,
a mio avviso la responsabilità medica e la divulgazione della cultura medica in Italia non procedono ancora in parallelo e la presenza confusiva dei social media, quando già la televisione riesce a fare del suo peggio nel merito, ha ulteriormente ridotto la nostra credibilità e la nostra funzione educativa. È chiaro a tutti il paradosso della gravità dell'obesità infantile rispetto agli scoop sui bambini denutriti con genitori vegani, oppure l'assenza di una legge contro la tortura in tutte le sue forme e l'effetto dell'assoluzione dei medici sul caso Cucchi o sul caso Diaz, o ancora la necessità di de-criminalizzare socialmente l'interruzione di gravidanza e la presenza di obiettori di "incoscienza", e, sullo stesso tema, la polemica tra parti naturali vs surroga, mentre i parti cesarei sono abusati.

A mio avviso dovremo lavorare ancora molto sulla comunicazione affrontando tutti i temi più caldi, senza perdere tempo, perché le dinamiche scientifiche e mediche siano a tutti chiare.
 
Vale anche per la soggezione dei medici alla farmacopea industriale. Lei ha di recente pubblicato un articolo sull'uso di Ketamina negli etilisti, ma questa sostanza ha una specifica storia che passa attraverso il Vietnam e la de-criminalizzare dell'uso della Cannabis. Ne esistono anche sull'uso antidepressivo rapido, e di per sé non mi fa scandalo giacché anche Freud usò a questi fini la cocaina, ma quale comunicazione non produce a sua volta un paradosso? 
 
Da una parte finalmente è giustamente la Fnomceo reclama un ruolo per garantire tutte le opportune e necessarie vaccinazioni, dall'altra tace su altri temi incluso questo sulla presentazione di un Ddl contro le terapie riparative negli adolescenti, così come ha taciuto sulla questione della genitorialità Lgbt.
In qualche modo esistono temi condivisibili ed altri tabù, che ancora mettono a tacere anche la Fnomceo o possiamo a partire dalla questione vaccini sperare di assumere un ruolo forte e formativo, basato su criteri scientifici e non su pregiudizi?
 
Ogni discorso su questioni mediche è nazionale ed è finito per adesso solo su mass media e social media in mano a demagogia e politica, mentre la forza strutturale e la fiducia nella classe medica vengono meno.
Se la Fnomceo reclama un ruolo censorio sulla questione vaccini, insomma, deve anche discutere e prendere posizione su tutte le altre tematiche, che altrimenti diventano automaticamente cause iatrogene di violenza sulla popolazione intera o su alcune parti, proprio le più deboli.
L'effetto della violenza diretta e indiretta dei medici è una responsabilità di ogni collega e di ogni forma di organizzazione sanitaria, laddove siano i criteri scientifici a prevalere e non i pregiudizi e le dichiarazioni personali.

La mancata assunzione di questa responsabilità sulla comunicazione va ben oltre le fantasie di Ivan Illich in Nemesi Medica ed aprirebbero scenari futuri sempre più ambigui in cui il parere di un post su Facebook diventa già più condivisibile e popolare degli studi millenari in ambito sanitario.
Che Esculapio ci liberi dalle superstizioni e ci dia la possibilità di realizzare con forza programmi di comunicazione su mass media e social media sulla base di precise conoscenze scientifiche e con la chiara presa di posizione coerente a una discussione altrettanto scientifica a partire dalla Fnomceo.
 
Manlio Converti
Psichiatra  
22 luglio 2016
© QS Edizioni - Riproduzione riservata