14 maggio -
Gentile Direttore,
Mi trovo nuovamente a scriverle vista la situazione che si sta delineando in ambito sanitario. Il tema caro a noi del ROFI (Registro Fisioterapisti Diplomati in Osteopatia d’Italia), in quanto rappresentativo di tutti i fisioterapisti che hanno scelto di specializzarsi in osteopatia, riguarda gli emendamenti inseriti in tutta fretta e senza un disegno comune, in merito al riconoscimento della figura dell'osteopata inquadrandola come professione sanitaria.
Le 22 professioni sanitarie già normate e inquadrate giuridicamente sono figure che vengono formate unicamente attraverso un relativo Corso di Laurea all’interno della Facoltà di Medicina e Chirurgia previo test d’ingresso, spartiacque iniziale, che instaura un meccanismo che spinge ad andare a "comprarsi" presso un istituto privato un altro titolo, magari dal nome altisonante e che gode di un posizionamento sociale alto. Tale percorso, permette alla persona di acquisire delle competenze valutative e terapeutiche in modo improprio perché senza la giusta base di partenza clinico-sanitaria necessaria per operare in tranquillità.
Le responsabilità di questa situazione vanno ricercate a livello centrale, perché nessun governo ha avuto la possibilità o la volontà di fermare questi percorsi formativi impropri ed adesso è costretto a trovare una soluzione per tutti quegli individui, che si sono formati in osteopatia senza avere una precedente laurea sanitaria. L'Osteopatia, come pratica terapeutica sanitaria, ha bisogno del supporto dei fisioterapisti (e anche dei medici) perché siamo gli unici che possono scindere ciò che è dimostrabile secondo un approccio EBM e scientifico, da quanto sia ancora da studiare, attraverso studi clinici randomizzati e revisioni sistematiche/metanalisi pubblicando su riviste ad alto impact Factor e non solo su quelle auto-referenziate.
L'eventuale profilo professionale della neonata figura dell'osteopata sarebbe completamente sovrapponibile ad alcune delle competenze cardine del profilo professionale del fisioterapista. L’osteopatia non può essere considerata un approccio autonomo ma inseribile nel core curriculum del Fisioterapista in quanto rappresenta un sistema di diagnosi e terapia specifico che deve essere inserito in un contesto clinico-sanitario ben più ampio.
Il fisioterapista deve poter conoscere e applicare anche l'Osteopatia in scienza e coscienza e quindi non serve una nuova figura utilizzi solo quella: "Se l'unico strumento che hai in mano è un martello, ogni cosa inizierà a sembrati un chiodo" (Abraham Maslow).
Per queste ragioni il ROFI non può che riconoscersi e appoggiare la campagna promossa da AIFI per la petizione: “Per individuare nuove professioni sanitarie si deve rispettare la legge”.
Dott. Giulio Barbero
Presidente ROFI