19 aprile -
Gentile direttore,
è ormai di grande attualità il dibattito sull’osteopatia. Siamo alla terza formulazione dell’
emendamento sul riconoscimento quale professione sanitaria (3.02 testo 3), depositato dalla relatrice del disegno di legge Lorenzin per la Commissione Sanità al Senato,
Emilia Grazia De Biasi.
La presentazione del primo emendamento risale a due anni fa e, in qualità di Presidente del ROI, mi preme sottolineare la fermezza e la lungimiranza dimostrate in questi due anni dalla Senatrice De Biasi, orientate prima di tutto al rispetto e alla tutela del cittadino – paziente. Sono oltre due milioni gli italiani che ogni anno fanno ricorso alle cure osteopatiche ed è la stessa Costituzione italiana che sancisce che “la salute è un fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”.
Il Roi continuerà a supportare la Senatrice in questo percorso rivolto a fare si che questi cittadini, e altri come loro, possano fare riferimento a una quadro normativo certo e a un livello formativo uniforme e garantito quando si rivolgono a un osteopata. In questa fase così importante per l’iter di questo emendamento, come osteopata e come rappresentante della più antica e più importante Associazione di categoria in Italia, voglio anche ricordare che la posizione della Senatrice De Biasi non fa altro che ratificare un percorso e un disegno in via di realizzazione in Europa. Risale al luglio dell’anno scorso la norma europea
“Osteopathic healthcare provision” del CEN, il Comitato Europeo di Normazione, che definisce l’osteopatia come una professione sanitaria autonoma di primo contatto, con specifici modelli di riferimento, ne identifica il profilo, le competenze ed il percorso formativo. La norma, alla cui stesura il ROI ha partecipato attivamente, è stata condivisa dalla quasi totalità dei Paesi membri, compresa l’Italia.
Più volte la Senatrice ha richiesto la collaborazione e il supporto delle altre professioni sanitarie, ricordando l’importanza della multidisciplinarietà nella cura del cittadino.
Ci auspichiamo che tale esigenza possa essere colta da tutte le parti coinvolte, in un’ottica di integrazione e di collaborazione e fuori da logiche corporativistiche.
Paola Sciomachen
Presidente del Registro degli Osteopati d’Italia