14 aprile -
Gentile Direttore,
la crisi di rappresentanza non è solo quella che riguarda i partiti politici ma anche tutti i corpi intermedi tra i quali rientrano a pieno titolo i sindacati che hanno avuto comunque il merito di mantenere la coesione sociale in frangenti difficili. Inoltre in Italia il corporativismo trasversale è un male di lunga durata che, con il suo potere di veto, ha creato un immobilismo che resta uno dei mali antichi in cui versa il nostro amato Paese in crisi di produttività da troppo tempo.
Per combattere queste due patologie del Sistema Italia, vero male oscuro del Servizio sanitario Nazionale che rischia concretamente di essere poco sostenibile alla luce delle sempre più costose ed efficaci innovazioni tecnologiche pur essendo di gran lunga più efficiente rispetto alla maggior parte dei Servizi sanitari esistenti nel mondo, occorre intraprendere una strada che porta all’alleanza tra i professionisti sanitari uniti ed i cittadini che al momento non si sentono rappresentati.
Una proposta lungimirante per giungere a tale scopo parte dal dato di fatto che ogni giorno i Dirigenti Medici del Ssn “regalano” ore ed ore del proprio tempo di vita che vengono retribuite dal “risultato” che, dato il blocco dei contratti, è sempre meno remunerativo.
Se invece di utilizzare il vecchio, obsoleto strumento dello “sciopero”, sempre più inviso ed incomprensibile alla maggior parte dei cittadini e particolarmente increscioso nella loro percezione perché riguarda il bene primario della salute si adottasse uno slogan: “Un’ora in più di lavoro per salvare il Ssn” concordando a livello Nazionale il giorno dell’inconsueta proposta all’interno del quale ogni Dirigente Medico (siamo infatti tutti primari) dichiara cosa farà in quell’ora in più rispetto alle 7,36 dovute se articolate in 5 giorni per salvare il Ssn dal suo declino.
Ovviamente tale ora va preceduta da un’accurata campagna mediatica ed adeguatamente pubblicizzata.
Infine va denunciata alla Magistratura del lavoro ogni azione dell’Alta Dirigenza volta a contrastarla come politica antisindacale soprattutto nel caso, non voluto in tale occasione, in cui si avvale del pretesto di “tutelare la nostra salute psico-fisica per meglio salvaguardare quella dei cittadini utenti” che ovviamente non è mai stata una priorità visto il recepimento tardivo (articolo 1 comma 538 della Legge 28/12/2015 n. 208” che quindi ha attuato solo nel 2015 l’articolo 7 del Decreto Legislativo numero 66 del 2003 inerente l’orario di lavoro e relativi riposi con l’insita minaccia di abolire la libera professione intramoenia riducendo il medico a impiegato dello stato.
Ovviamente questo non contrasta con i ricorsi in atto da parte dei colleghi medici sottoposti negli anni a turni massacranti per uno stato inadempiente.
Giuseppe Monaco
Segretario Generale Aggiunto CISL Medici Monza Brianza Lecco