4 aprile -
Gentile Direttore,
come sempre in questo strano paese quando capita qualcosa di eclatante si scatenano una serie di interminabili commenti, tutti ci trasformiamo in esperti e competenti sull’argomento del momento. Qualche mese fa, giustamente tutti i telegiornali parlavano dell’ormai tristemente noto aereo schiantatosi sulle alpi Francesi per mano di una mente malata, tutti proponevano il proprio rimedo.
In Italia poi in questo siamo specialisti e si assiste ad interminabili discussioni sui vari talk show su qualunque notizia allarmi l’opinione pubblica, spesso, come avviene per esempio in questi giorni per il caso dell’Infermiera sospettata di aver ucciso 13 pazienti con delle iniezioni letali di Eparina, gli ospiti che disquisiscono di queste problematiche non conoscono l’argomento di cui parlano, ma sono personaggi ospitati in questa e in quell’altra trasmissione.
Voglio sottolineare che tali orrendi fatti “se ovviamente confermati” nulla hanno a che vedere con la professione infermieristica, composta da migliaia e migliaia di infermieri che tutti i giorni curano i propri pazienti con competenza e professionalità, svolgendo spesso turni massacranti e con un demansionamento sempre più dilagante a causa di organici ormai falcidiati da sciagurati tagli operati in questi decenni.
Proprio durante una di queste trasmissione, una degli ospiti affermava che “agli operatori sanitari, nel caso in specie Infermieri che lavorano in unità operative, diciamo cosi: “delicate”, viene rilasciata una sorta di autorizzazione “patentino”. Tale affermazione è destituita di fondamento!
In vero nessun operatore sanitario, medico o infermiere che sia, viene sottoposto a visite psichiatriche o comunque psicoattitudinali, questo per esempio potrebbe essere uno dei primi rimedi da attuare al fine di creare le condizioni, c. d. alert per individuare possibili situazioni a rischio prima che si verifichino tali tragiche situazioni.
Temo purtroppo, spero di sbagliarmi che, nel più classico stile Italiano, trascorso qualche mese, tutto sarà dimenticato per poi riparlarne quando ci sarà un prossimo caso, del resto non sarebbe la prima volta.
Non credo che esistano, ahimè, metodi che garantiscono in assoluto, ma che la condizione di lavoro degli Infermieri ha raggiunto livelli intollerabili di stress è un dato di fatto.
Che gli Infermieri e i Medici, soprattutto quelli assegnati in così delicati reparti, come può essere una rianimazione, non siano sottoposti a specifiche visite psico-attitudinali è una delle tante stranezze Italiane.
Matteo Incaviglia
Segretario Associazione Avvocatura di Diritto Infermieristico