10 settembre -
Gentile Direttore,
spero con questa mia di non annoiare i lettori e di non contribuire ad innalzare ulteriormente la temperatura all'interno della Asl Roma C dove, ma solo in ordine temporale, l'ultima polemica è quella relativa agli incarichi professionali.Nessuna organizzazione sindacale, meno che mai quella che rappresento a livello regionale, ha inteso o intende mettere in dubbio la
"qualità dei professionisti provvisoriamente individuati dalla Direzione con incarichi semestrali". E ci mancherebbe che così fosse. (Divide et impera?)
In realtà il punto è un altro. Infatti da una attenta lettura della nota del Direttore generale della Asl C Dott.
Saitto,
pubblicata su Quotidiano Sanità, si evince chiaramente che egli stesso con la frase
"Devo peraltro confermare che il conferimento degli incarichi non è stato oggetto di contrattazioni o di consultazioni e che la Direzione si è assunta la responsabilità di valorizzare le competenze professionali presenti nell’Azienda in base alle informazioni disponibili sulle attività svolte e sui loro risultati" di fatto sottolinei come qualcosa è mancato nel corretto iter procedurale. Questo è il punto. E questo è stato il tenore di una nota, a firma mia congiuntamente al segretario aziendale della Cisl Medici, inviata ai vertici politici e tecnici della Regione in data 19 agosto u.s. (Presidente
Zingaretti, Dott.
Bissoni, Dott.ssa
Degrassi).
In quella lettera, che forse erroneamente avevamo ritenuto di non dovere pubblicizzare anche per evitare che venisse pretestuosamente usata in un momento di importanti scelte regionali, intendevamo richiamare l' attenzione in merito alle decine di delibere adottate, nella prima metà del mese di agosto 2015, dal Direttore generale dell’Azienda Roma C, dr. Carlo Saitto. Tali delibere avevano per oggetto le determinazioni per incarichi di UOC-UOSD-UOS.
In quella lettera ritenevamo "
non privo di fondamento ipotizzare che tali incarichi fossero stati attribuiti senza in alcun modo considerare né avere esperito quanto previsto dal CCNL 17.10.2008 – I e II biennio economico “Regolamento per l’affidamento e la revoca degli incarichi dirigenziali” nonché senza considerare quanto disposto dall’art. 51 comma 1 e 2 del contratto nazionale del 1996, con le integrazioni di cui all’art. 26 del CCNL del 2000 e dell’art. 24 del CCNL del 2005 per l’area della Dirigenza e come confermato dall’art. 6 del CCNL 17.10.2008, laddove detta che l’affidamento degli incarichi dirigenziali è correlato alla attribuzione del trattamento economico di posizione, di cui all’art. 24 del D.Lgs. n.165/2001 ed è effettuato secondo i parametri (fattori e criteri) individuati nel “Regolamento per la graduazione e l’affidamento delle funzioni dirigenziali”.
“Degli stessi parametri, a mente del 3° comma dell’art. 51 del CCNL 05.12.1996, previa informativa alle rappresentanze sindacali di cui all’art. 6 comma 1 del CCNL 03.11.2005, si sarebbe dovuto procedere alla eventuale concertazione sulla metodologia che l’Azienda Roma C avrebbe inteso adottare, in relazione all’incarico da conferire, nel rispetto di quanto stabilito dall’art. 26 del CCNL 2000 e ss.mm.ii".
Se fossimo in televisione lo spettatore a questo punto avrebbe già cambiato canale, su un giornale in rete magari ha cambiato indirizzo di navigazione. Tuttavia la citazione del CCNL era fondamentale per ribadire ancora una volta, e fare capire spero definitivamente, che oggetto del "contendere" era la procedura e non la scelta dei professionisti.
E la nostra lettera così continuava:
"
Sembrerebbe infatti che le delibere siano state assunte senza tenere in alcuna considerazione anche la normativa vigente e le procedure, previste dal D.Lgs n. 165/2001 e dal D.Lgs n. 150 del 2009, per il conferimento dell’incarico, procedure che realizzano, ad un tempo, l’interesse dell’Amministrazione alla migliore e più efficiente utilizzazione delle risorse umane presenti e, contestualmente, l’interesse dei dirigenti di ruolo a percorsi professionali che consentano un effettivo arricchimento del relativo curriculum. A nostro modesto giudizio l’obbligo di seguire procedure comparative per il conferimento degli incarichi può ritenersi un obbligo generalizzato, in ossequio ai principi generali di trasparenza, pubblicità e massima partecipazione e rappresenta un adempimento essenziale per la legittima attribuzione di incarichi che non dovrebbero essere conferiti solo sulla base di una unilaterale e discrezionale valutazione di idoneità del prescelto. Dalla mancanza di un avviso interno e di una procedura comparativa previamente disciplinata e adeguatamente pubblicizzata ed adottata potrebbe derivare, in caso di omissione, l’illegittimità dell’affidamento dell’incarico ed il possibile ricorso, da parte degli esclusi, alle vie giudiziarie con le successive prevedibili conseguenze per l’Amministrazione non solo in termini economici. Né l’adozione di decine di delibere può, in maniera strumentale, essere giustificata con la assoluta urgenza determinata dalla imprevedibile necessità in relazione ad un termine prefissato o ad un evento eccezionale, dovendo tale particolare urgenza essere connessa alla realizzazione dell’attività discendente dall’incarico. Il rispetto delle procedure previste, implicando in sé il rispetto di precisi adempimenti, concorre a rendere l’operato dell’Amministrazione conforme ai parametri, costituzionalmente tutelati ex art.97, di efficienza, efficacia, economicità e trasparenza.Non è un caso che questi parametri sono stati sempre più spesso richiamati da codesta Amministrazione regionale nelle sue varie componenti tecniche e di indirizzo politico".
Auspicavamo quindi l'adozione, da parte dei vertici regionali, di opportuni atti di competenza per annullare, anche in forma di autotutela, le delibere adottate ripristinando un adeguato percorso istituzionale di legittimità per il conferimento degli incarichi.
Pertanto nulla da dire sulle competenze professionali dei Colleghi beneficiari delle delibere che, proprio in virtù di queste competenze, avrebbero potuto beneficiare maggiormente della corretta procedura. Le cose sono andate diversamente ed allora auguri sinceri e buon lavoro a tutti.
Una cosa mi sento di potere condividere nella lettera del Dott. Saitto quando afferma
"Quanto infine ai risultati sanitari ed economici della ASL RMC essi sono, per la parte già resa pubblica, tra i migliori della Regione Lazio". Complimenti a lui ma complimenti in primo luogo a tutti i lavoratori (tutti) che tra mille difficoltà hanno contribuito alla salvaguardia ed alla valorizzazione di quel bene pubblico che è la Asl Roma C. Le "mille difficoltà" magari non è da intendersi esclusivamente in senso figurativo.
Dott. Luciano Cifaldi
Segretario regionale Cisl Medici Lazio