31 maggio -
Gentile direttore,
Il
presidente di Confindustria scopre le carte in tavola e invita i grossi capitali alla conquista della sanità. Che la sanità faccia gola a quell’uno per cento sempre più ricco in tempi di crisi e che detiene quasi il 15% della ricchezza, è noto. D’altra parte, nel 2009, l’allora Primo Ministro invitava gli imprenditori a investire in sanità perché “non è rischioso”. La continuità di questo pensiero neoliberista si manifesta con le dichiarazioni degli attuali “rappresentanti” del governo, che formulano l’inquietante ossimoro di “sanità universale selettiva”.
Questo si concretizza con il progressivo disinvestimento nella sanità pubblica che, scarseggiando le risorse economiche, determina un peggioramento della qualità del SSN legittimando coloro che ci raccontano che “il privato è bello”. E’ evidente che i grandi capitali hanno intravisto nella sanità un mercato potenzialmente infinito e che non gli sarà difficile promuovere il consumo sanitario con le stesse tecniche che inducono le persone a consumare beni assolutamente superflui. Cosa c’è di più facile che operare nel campo della salute agendo sui due sentimenti umani più condizionanti: la paura e la speranza?
Forse i cittadini dovrebbero cominciare a preoccuparsi sapendo che fra questi grandi capitali sono compresi quei macropredatori che causano l’incremento delle malattie metaboliche inquinando l’ambiente e proponendo cibo di scarsa qualità. I numeri parlano da soli: dal 2004 in Italia la speranza di vita sana si è drammaticamente ridotta (dati forniti da Health in Europe: Information and Data Interface).
Il servizio sanitario va migliorato nel rispetto del criterio universalistico. La priorità degli investimenti dovrebbe interessare la prevenzione primaria agendo sui determinanti ambientali, sociali, alimentari e comportamentali. Autorevoli esperti lo dicono, e il buon senso ce lo suggerisce. Riduzione della domanda sanitaria per spendere meno e meglio….altro che privatizzazione!
Nick Sandro Miranda
Tesoriere Omceo di Udine