28 aprile -
Gentile direttore,
batto questo piccolo saggio in risposta all'
articolo di Roberto Polillo del 23 aprile. Da infermiere leggo fra le righe nuovamente un attacco alla nostra professione e vorrei rispondere ad alcune questioni riportate dallo scritto del signor Polillo. In questo articolo traspare l'essenza del medico italiano, miope al cambiamento e lamentoso del fatto che percepisca la bellezza di 3500 euro mensili.
Sono alquanto indignato che una figura professionale come quella medica connetta le problematiche della categoria a una sfera prettamente economica e di potere, come si può evincere leggendo questo articolo. Il potere, il quale piace così tanto ai medici, è di fatto ancora nelle loro mani, sono i dirigenti del Ssn; negli anni d'oro, quelli di cui Polillo parla, si spezzavano i primariati ingrassando gli incompetenti e i collusi, svuotando le casse del Ssn. "Oggi i medici sono diventati gli agenti quasi inessenziali di un processo di produzione della salute equiparato a una sorta di catena di montaggio.... Il medico è un numero, anzi un costo e per lui valgono le stesse regole di un operaio salariato"; pensate forse di essere gli unici professionisti della salute che vivono sulla propria pelle l'aspetto tayloristico del nostro Ssn? Lo è sempre stato, dalla sua creazione nel lontano '78 ad oggi ed in cabina di regia c'è sempre stata la figura medica.
Riprendendo un paradigma espresso da Ivan Cavicchi, come quello dell' orto, il quale vi sta tanto a cuore, penso che molto probabilmente verrà calpestato dai nostri legislatori, i vostri ortaggi, tanto celati, verranno rubati in nome della spending rewiew e dell'economicità, colpa forse dei vostri continui rifiuti ad aprire un dialogo con le professioni sanitarie, colpa forse nel credersi sempre sopra le parti. Al medico il campo clinico, all'infermiere il campo dell'assistenza, perchè non è ancora così quando è da 15 anni che esiste una legge che sottolinea in modo inequivocabile questo aspetto?
L'Ipasvi che tanto tiene in questo periodo a ricordare dell'avvenuta conquista del possibile sblocco delle nostre specialità, cosa ha fatto per l'attuazione di questa legge?
Non può essere solo colpa dei medici, la colpa è anche nostra:
- Quando negli ambienti di lavoro vedo ancora scritto nelle cartelle infermieristiche: Per ordine medico ....
- Quando sento il mio collega rivolgersi in modo formale a un clinico ; lavori con lui da 10 anni e non lo chiami per nome? Ma nemmeno nei luoghi di lavoro più insalubri ho mai visto tanta accondiscendenza e idolatria.
Cari colleghi, e rappresentanti dei vari collegi non esisterà vera autonomia se non prendiamo le distanze da questi usi e costumi ottocenteschi.
E ancora perchè non è possibile la prescrizione infermieristica? Cosa ci può vietare di prescrivere un ausilio, un presidio o un medicamento? Forse perchè il medico ha paura di perdere il proprio orticello? In molti sistemi sanitari esteri è successo (per es. Stati Uniti) che in nome dell'economicità il medico condivida con l'infermiere il potere prescrittivo di alcuni farmaci e di alcuni processi diagnostici.
Io, come infermiere, non pretendo di certo la prescrizione di farmaci , non mi spetta e non sono stato formato per farlo , ma perchè non poter prescrivere un materasso antidecubito? Perchè non decidere a quale paziente stamattina proverò la pressione?
Non vi bastano 120mila euro all'anno ? Ne volete di più?
Non vi basta fare da principi in tutti i dipartimenti della facolta di medicina, anche in corsi in cui non vi spetta alcuna rappresentanza?
Non vi basta smarcarvi dall'esclusività del pubblico impiego con ntramoenie e attività ambulatoriali facendovi retrobuire in nero con cachè astronomici da pensionati e svantaggiati ?
Non vi basta esservi assicurati legislativamente qualsiasi posto dirigenziale nell' ambito sanitario ?
Non vi bastano le molteplici fondazioni di cui fate parte che, come ben sappiamo,portano svariati vantaggi?
Le sue lamentele, signor Polillo, somigliano a quelle di un uomo agiato che per colpa della crisi si deve accontentare di un bmw serie 5 , quando prima della stessa poteva permettersi un serie 7.
Applaudo alla forza della politica che farà capire ai medici che non è più sostenibile avere direttori di struttura complessa, tutti lautamente pagati, con un forte individualismo e in soprannumero. Sono sconcertato invece dal percorso che i nostri consiglieri regionali si apprestano ad intaprendere , dalla privatizzazione del sistema sanitario regionale , alla spersonalizzazione ed economizzazione di tutto quello che vive nelle realtà ospedaliere. Sconcertato perchè si stanno dimenticando che il nosocomio e con esso anche il sistema territoriale deve essere pensato ad immagine e somiglianza del cittadino, oggi gli ospedali non sono pensati per l'utenza e nemmeno per i professionisti, mi chiedo allora su che base siano stati progettati.
Io non sono e non mi sento un soldato semplice e non ho studiato tanto per essere calato tutt'oggi in luoghi di lavoro dove l'unica prerogativa per essere un buon infermiere è fare quello che mi dicono gli altri.
Dott. Matteo Turelli
Infermiere libero professionista