29 gennaio -
Gentile Direttore,
l’articolo “
Emofilia. I farmaci di nuova generazione funzionano meglio e fanno risparmiare”, suggerisce una situazione che probabilmente è contraria alla realtà. Lascio il giudizio scientifico sulla significatività dello studio citato al Prof. Pier Mannuccio Mannuci, uno dei più grandi esperti di Emofilia del mondo, con un “impact factor” ed un “indice di citazione” senza eguali:
“Lo studio Robin ha tutti i limiti di uno studio osservazionale, cosa ben diversa da uno studio randomizzato. Se vogliamo avere risultati scientificamente importanti, per quanto riguarda lo sviluppo dell’inibitore, dovremo aspettare circa un anno, quando sarà terminato lo studio randomizzato SIPPET”.
“Per quanto riguarda in maniera specifica i risultati ottenuti dal Robin – aggiunge – non mi sembra proprio che siano dirimenti; non è il primo studio di questo genere e ce ne sono altri che hanno dato anche risultati diversi”.
Infine alcune riflessioni sui costi dei vari trattamenti per l’Emofilia oggi disponibili in Italia:
• Come può essere che i prodotti ricombinanti che hanno un prezzo di cessione al SSN che va a 0,70 da 0,75 centesimi per Unità Internazionale, anche a parità di efficacia emostatica con i concentrati Plasmaderivati che hanno un prezzo di cessione al SSN da 0,40 a 0,50 centesimi per Unità Internazionale, possono realizzare un risparmio per il bilancio dello Stato Italiano?
• E inoltre, perché in Germania i più cari prodotti ricombinanti sono utilizzati per il 54 % ed i più economici Plasmaderivati sono utilizzati al 46 % e in Italia i ricombinanti hanno il 90% del mercato?
Forse perché in Italia siamo più ricchi o in Germania curano peggio i loro pazienti?
• E infine perché in UK i prezzi dei prodotti ricombinanti sono di 0,32 – 0,36 centesimi per Unità Internazionali ed in Italia sono di 0,70 – 0,75 centesimi per Unità Internazionale?
Dr. Riccardo Vanni
Amministratore Delegato Grifols Italia S. p. A.