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QS Edizioni - mercoledì 8 gennaio 2025

Lettere al Direttore

Dipendenza per i medici di medicina generale? 

di Carlo Cantamessa
immagine 7 gennaio - Gentile Direttore,
da una conversazione con un collega medico molto impegnato nella professione, emergono queste considerazioni. Quando si prospetta la dipendenza dei medici di medicina generale (MMG) si semplificano problemi complessi e si distoglie l'attenzione.

Il MMG è sì un “libero” professionista convenzionato con degli obblighi precisi, stabiliti da un accordo collettivo nazionale (ACN), ma proprio per questo gestisce autonomamente, ed include nel proprio budget, i fattori di produzione della propria attività:
1 i locali e le attrezzature (lettino e frigorifero, per citare i più semplici)
2 le utenze dello studio medico
3 i supporti informatici, compresi computer e stampanti
4 i dipendenti amministrativi e il collaboratore infermieristico
5 i mezzi per effettuare l’attività domiciliare.

I mmg non maturano ratei (tredicesima, quattordicesima, TFR, ferie e permessi non goduti).

Proporre la dipendenza come soluzione rischia di essere la banalizzazione più semplice per chi non conosce bene il tema, ma lancia campagne di stampa.

Per realizzare questo improbabile cambio di rapporto contrattuale (che comporterebbe un onere economico aggiuntivo per lo Stato, per il quale mancherebbero comunque le risorse), quale parte del servizio sanitario nazionale (SSN) si intenderebbe sacrificare?
La domiciliarità?
La gestione della cronicità da appaltare in toto al Privato?
La capillarità sul territorio, accentrando tutta l’attività nelle case di comunità?
Il rapporto fiduciario del cittadino con il MMG?
Ultimo argine del SSN verso la medicina difensiva, tolto quello il fiume esonda.

Può essere che l’escamotage, per rientrare da tutte le altre spese, sia proporre ai MMG i magri stipendi dei colleghi portoghesi?

È evidente che non è stata recepita la lezione degli ospedali che si stanno svuotando.

Nè è stato compreso lo stato di sofferenza della medicina generale, basta vedere i tassi di abbandono dei giovani medici del corso di formazione specifica.

O, peggio, forse è stato recepito, ma lasciare un sistema malfunzionante potrebbe fare il gioco di altri attori sanitari?

Le case di comunità e gli obblighi del PNRR sembrano il fulcro delle preoccupazioni della parte pubblica, che probabilmente non immagina altra miglior soluzione per riempire le strutture finanziate dai fondi europei, se non di variare il rapporto di lavoro con i MMG.

È quello che succede quando si programmano i contenitori prima dei contenuti.

Viene infine il dubbio, ma solo il dubbio, che lo stato florido della cassa pensione ENPAM possa far gola, a fronte di un’INPS in grave sofferenza.

Il collega mi guarda, deve tornare a lavorare.
Lui ci crede tanto a questo lavoro.
Come ci ho creduto io.

Carlo Cantamessa
Medico past MMG
7 gennaio 2025
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