Lettere al Direttore
Riflessioni sulle sfide sanitarie globali nel 2024: tra la complessità dei virus e la fragilità umana
di Francesco BrandaGentile direttore,
il 2024 si è rivelato un anno di profonda riflessione sulla nostra relazione con i patogeni, un periodo che ha smascherato l'illusione di controllo che spesso nutriamo nei confronti degli ecosistemi biologici. La pandemia non è semplicemente una successione di focolai, ma un racconto complesso che rivela la nostra vulnerabilità e interconnessione globale.
L'influenza aviaria H5N1, i nuovi ceppi di SARS-CoV-2, il mpox, gli arbovirus come dengue e West Nile, e persino patogeni meno noti come Chandipura e Nipah hanno tracciato una mappa eloquente delle nostre debolezze sistemiche. Ogni virus rappresenta un messaggio, una cartografia nascosta delle tensioni ecologiche che stiamo generando attraverso urbanizzazione, modificazione degli habitat e cambiamenti climatici.
La vera lezione del 2024 non risiede nella conta dei contagi o nella classificazione dei rischi, ma nella comprensione di un principio fondamentale: i virus non sono entità separate da noi, bensì specchi della nostra relazione con l'ambiente. Quando un focolaio emerge in una remota zona rurale dell'Africa centrale o in un villaggio indiano, non è un evento isolato, ma un sintomo di equilibri globali perturbati.
Le nuove varianti di SARS-CoV-2 ci hanno ricordato l'instabilità genetica dei microrganismi, la loro capacità di evoluzione rapida che sfida costantemente le nostre difese immunologiche. Allo stesso modo, l’H5N1 e la recente misteriosa malattia nel Congo rappresentano moniti sul nostro livello di preparazione di fronte all'ignoto.
La diffusione degli arbovirus come dengue e West Nile racconta una storia più ampia di cambiamento ambientale. L'espansione degli habitat delle zanzare vettori non è solo un problema entomologico, ma un indicatore dei profondi sconvolgimenti ecologici in corso. Ogni zanzara diventa così un messaggero silenzioso dei nostri squilibri climatici.
Le disuguaglianze sanitarie emergono con drammatica chiarezza: mentre alcune comunità hanno accesso immediato a vaccini e trattamenti, altre restano intrappolate in una vulnerabilità strutturale. Il mpox ha evidenziato come la geografia della salute sia profondamente intrecciata con quella economica e sociale, dove il rischio di un'infezione dipende più dalle condizioni sociali che dalle caratteristiche biologiche del patogeno.
Il nostro approccio tradizionale che distingue tra virus "maggiori" e "minori" si è rivelato pericolosamente semplicistico. La storia recente dimostra che oggi un focolaio apparentemente marginale può trasformarsi rapidamente in una crisi globale. La vera sfida non è classificare i rischi, ma sviluppare un'intelligenza epidemiologica dinamica e interconnessa.
L'agenda "One Health" diventa così non un modello teorico, ma un imperativo pratico. Riconosce che salute umana, animale e ambientale sono un unico sistema complesso dove ogni elemento influenza gli altri. Non si tratta più di difendersi dai virus, ma di comprenderli come parte di un ecosistema globale in costante evoluzione.
La paura dell'ignoto, che spesso guida le nostre reazioni, deve essere sostituita da una consapevolezza scientifica e da una preparazione sistemica. Significa investire in sorveglianza genomica, rafforzare i sistemi sanitari locali, promuovere ricerca interdisciplinare e, soprattutto, coltivare un approccio di umiltà epistemologica.
Il 2024 ci consegna una lezione profonda: i virus sono molto più di minacce biologiche. Sono specchi delle nostre scelte collettive, indicatori dei nostri squilibri sistemici, messaggi da ascoltare e interpretare. La nostra resilienza non sta nella capacità di eliminare i rischi, ma nella flessibilità di comprenderli, adattarci e trasformarli.
La vera sfida per il futuro non è costruire muri, ma tessere connessioni. Connessioni tra discipline scientifiche, tra comunità globali, tra esseri umani e altri organismi viventi. Perché in un mondo interconnesso, la salute non è un campo di battaglia, ma un dialogo continuo.
Francesco Branda
Professore a contratto/ricercatore
Unità di Statistica Medica e Epidemiologia Molecolare
Università Campus Bio-Medico di Roma