Lettere al Direttore
HIV/Aids devono tornare al centro dell’agenda politica nazionale
Gentile Direttore,
le recenti statistiche del Notiziario COA (Centro Operativo Aids) pubblicate dall'Istituto Superiore di Sanità, ci dicono che nel 2023 sono state registrate 2.349 nuove diagnosi di infezione da HIV, con un'incidenza di 4 nuovi casi ogni 100.000 residenti, un dato in crescita rispetto all'anno precedente. Preoccupa, in particolare, il costante aumento delle diagnosi tardive: oltre l'84% delle nuove diagnosi di Aids riguarda persone che hanno scoperto di essere HIV positive nei sei mesi precedenti.
Questo fenomeno evidenzia la necessità di non abbassare la guardia nell’implementazione e nel potenziamento delle attuali strategie di prevenzione e l'urgenza di adeguare la normativa ad un quadro profondamente mutato rispetto al 1990, quando fu promulgata la Legge 135, che ha segnato l'indirizzo operativo della lotta all'Aids in Italia. Si trattava di una legge molto innovativa per l’epoca in cui è stata approvata, ma che oggi necessita di un aggiornamento che si allinei al nuovo contesto sociale e ai nuovi bisogni delle persone che vivono con HIV.
La proposta di legge A.C. 218, promossa dall'on. Mauro D'Attis, attualmente in discussione presso la XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, rappresenta un passo fondamentale per affrontare le attuali criticità. I contenuti della proposta di legge nascono da un’analisi approfondita del contesto attuale e da un dialogo strutturato con i principali attori del sistema: società scientifiche, associazioni di persone con HIV e aziende del settore.
La proposta di legge si basa su due principali considerazioni: da un lato, la necessità di continuare a lavorare per ridurre il numero di nuove infezioni; dall’altro, il bisogno di rispondere alle nuove esigenze delle persone che vivono con HIV, che, grazie ai progressi nelle terapie antiretrovirali, godono di una migliore aspettativa e qualità di vita. Questo aspetto, sempre più rilevante, è oggi al centro del percorso di cura.
Inoltre, un aspetto innovativo riguarda l’introduzione della prassi del consenso orale per l’autorizzazione a effettuare test diagnostici per l’HIV in sostituzione di quello scritto, oggi necessario. Tale modifica ha l’obiettivo di incrementare il numero di test HIV presso la popolazione e contrastare il fenomeno crescente delle diagnosi tardive. Se in passato l’introduzione del consenso scritto è stata fondamentale per tutelare i diritti delle persone che avevano contratto l’infezione, oggi rischia invece di rappresentare un ostacolo alla maggiore diffusione dei test.
L'approvazione rapida della proposta di legge A.C. 218 rappresenterebbe un segnale forte e concreto verso il superamento delle sfide che l'HIV e le altre infezioni sessualmente trasmissibili continuano a porre al nostro sistema sanitario e alla nostra società. La proposta dell'on. D'Attis è già sostenuta da un consenso politico trasversale ed è accompagnata da una pianificazione economica sostenibile, che valorizza le risorse già esistenti senza gravare eccessivamente sulle finanze pubbliche.
Viene dunque da chiedersi come sia possibile che tale proposta di legge, presentata da più di due anni, non riesca a vedere la luce e sia praticamente ferma da oramai un anno. Se il Parlamento non riesce a dare priorità a una legge che ha già tutte le condizioni per essere approvata, cosa ci dice questo sulla capacità delle istituzioni di rispondere ai bisogni reali del Paese? L’immobilismo su un tema così urgente non è più tollerabile, la politica deve smettere di tergiversare e passare dalle parole ai fatti.
Con Fondazione The Bridge e con Coalition HIV – l’Italia ferma l’AIDS, un gruppo di lavoro nato nel 2019 e composto da clinici, associazioni di pazienti e aziende del settore farmaceutico, siamo impegnati da anni in attività di ricerca e sensibilizzazione sul tema dell’HIV. Grazie a questo lavoro collettivo, intendiamo riportare la tematica HIV/Aids al centro dell’agenda politica nazionale.
È per questo che non ci fermeremo nell’azione di sensibilizzazione sulla necessità di concludere rapidamente l’iter parlamentare della proposta di legge D’Attis, certi che ciò rappresenti una condizione necessaria per implementare azioni concrete di contrasto all’Aids, in linea con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha fissato l’obiettivo di porre fine alla pandemia di Aids entro il 2030.
Accelerare il processo legislativo è quindi essenziale per raggiungere questo traguardo globale e garantire una risposta efficace e coordinata. È giunto il momento di fare un ultimo passo decisivo in questa direzione.
Rosaria Iardino
Presidente Fondazione The Bridge