15 ottobre -
Gentile direttore,nella Relazione annuale sulle P.A. si segnala come la spesa pubblica in sanità, benché in risalita a partire dal 2020, dalle risorse investite a seguito della pandemia, è ancora tra le più basse d’Europa (75,6% del totale), mentre la spesa privata dei cittadini continua a crescere (+5% solo nell’ultimo anno), a fronte di liste di attesa per l’accesso ai servizi spesso insostenibili e contrarie al principio dell’appropriatezza. Di conseguenza – sottolinea la Relazione – si estende il fenomeno della rinuncia alle cure necessarie per problemi economici ed organizzativi (che ha raggiunto nel 2023 il valore del 7,6% della popolazione) e cresce la realtà dell’impoverimento determinato da cause legate alla salute (che tocca l’1,6% delle famiglie).
Come sindacato degli Psicologi AUPI torniamo a chiedere maggiori risorse per il nostro Ssn che ci mettano alla pari con gli altri maggiori Paesi d’Europa a partire dalla Francia e dalla Germania, che investono in sanità molto più di noi. Infatti, la Francia investe l’11,8% del Prodotto Interno Lordo nel proprio servizio sanitario, mentre la Germania il 10,1%. L’investimento destinato dal nostro Paese è largamente inferiore fermo al 6,2% del PIL.
Tuttavia segnaliamo anche le parole di
Renato Brunetta che ha parlato di questa Relazione come di “Una realtà di luci e ombre. Più luci che ombre”, facendo leva sulla customer satisfaction. Però certamente i cittadini italiani, sempre più impoveriti, hanno bisogno di poter accedere a cure adeguate e non a rinunciare alle prestazioni come spesso avviene. La sanità è un investimento per lo Stato, così come lo è la salute psicologica che deve vedere investimenti adeguati alla luce dell’emergenza psiche nel nostro Paese.
Ivan Iacob Segretario generale AUPI