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QS Edizioni - giovedì 26 dicembre 2024

Lettere al Direttore

Flat tax, occasione per riconoscere pari diritti a tutti i professionisti sanitari

di Marcello Bozzi
immagine 7 ottobre -

Gentile direttore,
non si possono non apprezzare i buoni auspici del Ministro Schillaci relativamente alla possibilità di destinare maggiori risorse per l’assunzione del personale e una flat tax per l’indennità di specificità … non solo per la dirigenza medica bensì per tutta la Dirigenza Sanitaria e del Comparto.

Al riguardo vale la pena di ricordare che ad oggi sono presenti significative differenze nei riconoscimenti dell’indennità di specificità tra le diverse figure rientranti nella Dirigenza Sanitaria.

Potrebbe essere l’occasione, stante anche l’esiguità dei numeri, riconoscere pari diritti e pari dignità a tutti i professionisti che si adoperano – ognuno per quanto di competenza e responsabilità – per il funzionamento del SSN e per la garanzia della migliore risposta possibile ai bisogni della popolazione.

Oggi è difficile pensare ad una differenziazione di assegnazione e di riconoscimento economico alle diverse professionalità della dirigenza sanitaria, stante il fatto che gli studi e gli approfondimenti della sociologia e della psicologia del lavoro hanno superato il concetto della “multi-professionalità” a favore della “inter-professionalità”, dove la ratio non sta tanto nel “lavorare insieme” quanto nella sequenzialità e nella interdipendenza dei compiti e delle azioni, nel rispetto delle conoscenze, delle competenze, dei ruoli e delle responsabilità di ciascuno.

Oltre all’apprezzamento per una flat-tax collegata all’indennità di specificità, è anche l’occasione per ricordare al Sig. Ministro, in termini di valorizzazioni e di riconoscimenti, che la Dirigenza delle Professioni Sanitarie è l’unica – in tutta l’area della Dirigenza Sanitaria - a non beneficiare dell’indennità di esclusività; potrebbe essere l’occasione per arrivare al giusto riconoscimento di pari diritti e pari dignità rispetto alle altre Dirigenze Sanitarie.

Per quanto concerne invece l’impegno per il piano delle assunzioni, piuttosto che seguire le singole proposte degli stake-holder (spesso autoreferenziali), potrebbe risultare ragionevole e logico definire e seguire dei percorsi metodologicamente oggettivi, per far fronte alle reali necessità di funzionamento del SSN, riguardanti in particolare:

  • la situazione in essere in merito al DM 70/2015 e le relative non conformità (in difetto e in eccesso), superando alcuni artifizi usati da alcune regioni (es. raggruppamento di più ospedali in un “ospedale unico”, non contemplati nel DM 70/2015, per superare i vincoli dello stesso Decreto;
  • la situazione in essere in merito al DM 77/2022 e la raccolta dati ed analisi, tenuto conto dei criteri e standard definiti dallo stesso decreto, per la definizione degli scostamenti tra “cosa c’è” e “cosa manca”, tenuto conto del fatto che alcuni servizi erano già presenti con differenti denominazioni precedentemente alla pubblicazione del decreto richiamato;
  • la definizione del dimensionamento minimo delle aree di degenza (per specificità e complessità degli interventi e per la gravità delle patologie trattate) al fine di utilizzare nella maniera più razionale possibile le strutture, le attrezzature e le risorse assistenziali;
  • la previsione di sistemi di verifica e valutazione continua (nei fatti e non solo a parole) per adeguare le strutture alle modificazioni che avvengono a livello scientifico, diagnostico-clinico-assistenziale e metodologico, tenuto conto degli out-put e degli out-come;
  • la definizione di criteri e standard di riferimento per la determinazione delle dotazioni organiche (tipologia e numerosità degli operatori), tenuto conto delle complessità clinico-assistenziali, delle evoluzioni scientifiche, tecnologiche e metodologiche e delle evoluzioni normative e formative che hanno interessato le professioni sanitarie (non ha senso migliorare la formazione dei professionisti ad invarianza delle organizzazioni);
  • il sistema residenziale, sempre a più elevata complessità, sia per le indispensabili integrazioni con il sistema ospedaliero, per la continuità delle cure e per le dimissioni precoci, sia per le mutate condizioni demografiche, sociali e socio-economiche della popolazione, con la necessità di rivedere e ripensare il sistema, tenuto conto anche del fatto che in questo caso “piccolo non è bello” … e non è nemmeno sostenibile!

I dati raccolti e la successiva analisi consentiranno sicuramente di avere maggiore chiarezza sulla tipologia e sulla numerosità di risorse che servono per il funzionamento del SSN. Magari è l’occasione per definire chiare linee di indirizzo per tutto il Paese, per i servizi da assicurare alla la popolazione (che ha pari diritti e pari dignità … perché il nostro è un sistema universalistico) e quando si parla di “salute” l’autonomia differenziata non ha ragione di esistere!

Marcello Bozzi
Segretario ANDPROSAN – Associata COSMED

7 ottobre 2024
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