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QS Edizioni - sabato 28 settembre 2024

Lettere al Direttore

Carenze operatori, bene attenzione Commissione Affari Sociali della Camera, ma non basta 

di Marcello Bozzi
immagine 27 settembre -

Gentile Direttore,
prendo atto da Quotidiano Sanità della decisione importantissima presa dalla Commissione Affari Sociali della Camera (all’unanimità) di dare vita ad una indagine conoscitiva delle carenze di operatori sanitari (e aggiungerei socio-sanitari) e sulle principali criticità.

L’On. Ugo Cappellacci – presidente della XII Commissione ha affermato "è la nostra risposta al loro grido di aiuto e attenzione, un impegno concreto per tutelare chi ogni giorno si prende cura della salute dei cittadini, con sacrificio e dedizione". A seguire viene specificato che “l'indagine conoscitiva si pone, in particolare, i seguenti obiettivi: verificare i numeri degli iscritti agli Ordini professionali, divisi per genere e per età, nonché le specifiche carenze di personale; acquisire elementi e spunti su come affrontare le carenze e le criticità che verranno riscontrate”.

Tale pensiero trova piena condivisione e plauso … ma:

  • pare che le criticità e gli esempi (negativi e positivi … soprattutto i secondi) dell’esperienza pandemica COVID-19 siano stati troppo presto dimenticati, così come l’immagine di Elena Pagliarini “crollata” sopra il PC;
  • … “chiudiamo la stalla quando i buoi sono già scappati” (perché questa indagine sarebbe stato opportuno attivarla diversi lustri fa … e forse, prima ancora dell’indagine conoscitiva, avrebbe avuto più senso un’azione programmatoria.

L’idea di audire gli Ordini Professionali, il Ministero della salute, la Conferenza delle regioni, l’Agenas, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali confederali (magari anche quelle non riunite in confederazioni), le associazioni rappresentative delle professioni sanitarie, gli esperti della materia (docenti universitari, operatori sanitari), è sicuramente un passaggio molto importante e di grande valore.
Sicuramente ci diranno, ognuno relativamente alla propria area operativa, le carenze e le criticità.

Ma forse, prima di audire gli Enti, le Istituzioni e gli stake-holder sopra citati, potrebbe risultare utile definire – a livello governativo – i servizi che devono essere garantiti, le strutture necessarie e la loro distribuzione sul territorio (ospedali / territorio / residenzialità) e, a seguire, criteri e standard per la determinazione delle risorse necessarie (tipologia e numerosità) per consentire il corretto funzionamento del sistema.

Qualcosa c’è già:

  • I LEA sono una realtà (definiti e rivisti in più di una occasione);
  • il DM 70/2015 definisce chiaramente i criteri ed i requisiti per la determinazione a livello regionale delle strutture ospedaliere e delle discipline (con criteri minimi e massimi per consentire alle regioni la migliore programmazione possibile, tenuto conte delle situazioni epidemiologiche, demografiche, sociali, e delle caratteristiche territoriali). Senza entrare nei dettagli degli artifizi usati da diverse regioni (dal definire gli ospedali in maniera diversa dalle specifiche del DM 70/2015, alle deliberazioni di “ospedale unico”, raggruppando in una sola le strutture ospedaliere presenti nell’ambito di una data ASL / AST, diversamente da quanto previsto dal DM 70/2015) potrebbe risultare di grande utilità un momento di verifica e valutazione da parte delle singole regioni per riscontrare gli eventuali scostamenti (tanti quelli in eccesso ma importanti anche quelli in difetto) per programmare al meglio i necessari adeguamenti … senza dimenticare che se ci sono degli scostamenti in eccesso questi sono conseguenze dirette della decisioni della stessa regione … magari di legislazioni precedenti, con qualche perplessità riguardo alle funzioni sopra citate.
  • Il DM 77/22 definisce chiaramente i criteri e gli standard per i servizi territoriali (strutture, distribuzione, personale). Anche in questo caso potrebbe risultare utile mettere a comparazione le previsioni del DM 77/2022 con quanto già in essere e in piena operatività e, a seguire, definire gli adeguamenti necessari.

Quello che manca:

  • la definizione a monte dei servizi che si vogliono garantire (a livello ospedaliero, territoriale e residenziale);
  • la definizione di criteri e standard per la determinazione delle dotazioni organiche (staffing e skill-mix adeguati, tenuto conto delle evoluzioni scientifiche, tecnologiche e metodologiche che hanno interessato il sistema sanitario, le evoluzioni normative e formative che hanno riguardato le professioni sanitarie, i nuovi bisogni della popolazione);
  • la necessità di criteri e standard uniformi su tutto il territorio nazionale (a livello ospedaliero, territoriale e residenziale), con il superamento del concetto di “cosa manca” a favore di “cosa serve”;
  • la necessità di rivedere i modelli organizzativi ed i sistemi di cura e assistenza, superando la multi-professionalità a favore dell’inter-professionalità (rif. Sociologia e psicologia del lavoro), mutuando i modelli “simultaneousengineering e concurrent engineering” (insieme organico di metodologie, tecniche e strumenti che consente un approccio alla progettazione integrata di un prodotto o di un servizio e dei relativi processi produttivi) che ottimi risultati hanno consentito di raggiungere in altre organizzazioni.

Per quanto concerne invece la formazione di tutte le professioni sanitarie, la mancata copertura dei posti previsti a bando dai singoli Atenei, sia per le lauree triennali, sia per le lauree magistrali e le specializzazioni, forse è il momento di ulteriori approfondimenti riguardanti gli aspetti contrattuali, le possibilità di carriera e la crescita personale e professionale degli operatori; diversamente credo che le criticità del sistema sanitario aumenteranno, con pesanti conseguenze per la popolazione.

La decisione della Commissione Affari Sociali della Camera appare comunque di grande valore, in grado di dare concrete risposte alle criticità di funzionamento delle strutture del SSN (e del SSN accreditato e convenzionato).

Un approccio parallelo tra i momenti di raccolta dati e di analisi (riguardo le criticità presentate) e i momenti di audizione potrebbero favorire delle decisioni più funzionali ed appropriate.

Marcello Bozzi
Segretario ANDPROSAN – Associata COSMED

27 settembre 2024
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