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QS Edizioni - mercoledì 18 settembre 2024

Lettere al Direttore

L’Assistente Infermiere, punti di forza e punti di debolezza   

di Marcello Bozzi 
immagine 17 settembre - Gentile Direttore,
prendo spunto dal posizionamento FNOPI riportato dal Giornale da Lei diretto il 13 u.s., di sicura rilevanza e di stimolo per la ri-lettura dei documenti, con spunti e considerazioni di sicuro interesse per l’attivazione di un confronto e un dibattito con tutti gli stake-holder interessati (dal sistema clinico-assistenziale, ai livelli governativi regionali e nazionali, alle OO.SS., etc. etc.).

Nel documento viene affermato “… si delineano nuove opportunità: non è una figura sostitutiva”.
E’ vero che si delineano nuove opportunità (ma queste c’erano anche nel 2001 quando, stante l’istituzione della figura e del profilo professionale dell’OSS, l’organizzazione del lavoro infermieristico e assistenziale in genere avrebbe necessitato di una pesante riorganizzazione, privilegiando per gli Infermieri la concettualizzazione e la progettazione degli interventi assistenziali, in linea con i contenuti del DM 739/94 e con il “core” degli insegnamenti disciplinari dei CC.LL. in Infermieristica. Questo non si è realizzato o è avvenuto in maniera minimale.

L’affermazione che non si tratta di una figura sostitutiva può essere accolta “ma con fatica”, perché comunque la comparazione sostanziale del Profilo Professionale OSS - CSR 2001 con il profilo OSS ripreso nel Decreto dell’8 agosto 2024, certamente molto meglio descritto … ma con delle variazioni contenutistiche davvero modeste.
La stessa cosa riguarda la comparazione tra i profili professionali di OSS FC e di Assistente Infermiere, in questo caso con una implementazione di ore di formazione (+200 ore rispetto alla precedente figura OSS FC del 2003) e con la richiesta del diploma quinquennale per l’accesso (o 5 anni di esperienza con la qualifica di OSS).
A distanza di 21 e 23 anni pare davvero poco!

Alcune considerazioni di possibile utilità per l’attivazione di dibattiti ed approfondimenti:
• nel sistema delle professioni sanitarie, socio-sanitarie e di supporto “l’autonomia differenziata” non può esistere! Servono regole, indirizzi e modelli validi su tutto il territorio nazionale per la tutela e la garanzia degli assistiti … che è bene ricordare essere “utenti” e “contribuenti”, con pari diritti e pari dignità;
• è necessario definire nuovi criteri, staffing e skill-mix per la determinazione delle dotazioni organiche, a livello ospedaliero, territoriale e residenziale, tenuto cono dell’aumentata complessità assistenziale e dei nuovi bisogni della popolazione, per la garanzia e la tutela degli assistiti, dei professionisti e degli operatori … e delle Aziende;
• è necessario rivedere i contenuti (in particolare quelli organizzativi) dei manuali di autorizzazione ed accreditamento delle strutture ospedaliere, territoriali e residenziali, a tutela degli assistiti, tenuto conto delle due “nuove” figure, ad evitare pericolose ripercussioni giuridico-amministrative nei confronti degli operatori e delle Aziende;
• è necessario definire da subito gli inquadramenti contrattuali delle due figure professionali (OSS e Assistente Infermiere);
• è importante tenere conto che la figura dell’OSS (profilo CSF 2001) è presente sul territorio nazionale “a macchia di leopardo”. In alcune Regioni è totalmente assente (pur se formato da agenzie accreditate … che formano in contesti dove l’OSS non c’è!). L’OSS con FC è presente, in maniera variegata, solo in alcune regioni, prevalentemente nel sistema residenziale

Assolutamente condivisibile il richiamo al posizionamento FNOPI che recita “Ora è necessario un cambio di paradigma dell’organizzazione del lavoro, perché a modelli invariati non si riuscirà più a dare una risposta assistenziale adeguata”. Per arrivare a questo, oltre a chiarire i punti sopra richiamati, risultano necessari:
• interventi formativi “a tappeto” per l’adeguamento e la manutenzione dei saperi a tutti i professionisti coinvolti nei progetti, nei percorsi e nei processi assistenziali;
• la definizione in ogni azienda di una governance forte, selezionata con rigore, nel rispetto delle normative in essere (l. 251/2000, l. 43/2006, D.Lgs 502/1992 e s.m.i.) e dei CCNL di Comparto e Dirigenza Sanitaria, per la guida e lo svuluppo dei cambiamenti attesi;
• acquisire piena consapevolezza della difficoltà dei cambiamenti;
• forti interventi di supporto, motivazione e gratificazione per tutti coloro che sono coinvolti nei cambiamenti;
• ………..

Alcuni quesiti:
• Non era forse preferibile la revisione di quanto già in essere (OSS FC 2003), con una implementazione delle ore di formazione (a prescindere dalla denominazione)?
• Prendendo a riferimento la figura dell’OSS (proposta 8 agosto 2024), a superamento di quanto già definito dalla determinazione della CSR del 2001, forse poteva essere meglio definita (e superata) la criticità “dell’aiuto all’assunzione della terapia”, con una modifica del programma formativo e la trasmissione di conoscenze e competenze per la somministrazione della terapia (vale la pena di ricordare che nel 2001 la formazione dell’OSS era di 1.000 ore, così come viene riproposta 23 anni dopo). Non si possono non considerare le gravi criticità – in particolare nel sistema residenziale – per la garanzia della continuità dei servizi e per la garanzia e la sicurezza degli ospiti (e degli operatori)
• Per l’accesso al corso OSS, oltre al raggiungimento del 18° anno di età, non sarebbe stato preferibile il possesso del Diploma Quinquennale, rispetto al requisito della scuola dell’obbligo?
• Quanto saranno elevate le criticità organizzative di gestire le figure professionali di OSS, Assistente Infermiere, Infermiere, in un sistema complicato e complesso, da sempre in carenza di risorse assistenziali?

Due ultime considerazioni:
• relativamente ai percorsi OSS e Assistente Infermiere, quanto proposto potrebbe essere è un “percorso di carriera” (si nasce OSS e, a seguito di un successivo percorso formativo, si diventa “Assistente Infermiere”. Magari in seguito, nel rispetto dei requisiti curricolari previsti, si presenta la possibilità di accesso al CL in infermieristica per la prosecuzione nella crescita personale e professionale). Perché no?
• relativamente ai percorsi di Laurea Magistrale ad indirizzo clinico si tratta sicuramente di un “salto in avanti”, auspicabile in tempi brevi. E’ di importanza fondamentale definire nei tempi più rapidi possibili gli inquadramenti contrattuali di tali figure professionali (incarichi nell’ambito dell’area del comparto o della dirigenza) e le conseguenti modifiche organizzative e nelle dotazioni organiche.

Ad majora

Marcello Bozzi
Segretario ANDPROSAN – associata COSMED
17 settembre 2024
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