13 settembre -
Gentile Direttore,con riferimento alle quotidiane aggressioni al personale sanitario, in particolare ospedaliero, leggo una serie di proposte sui rimedi. Il 28 Agosto, prima dell’evento del Far West foggiano, un soggetto si è presentato presso la Chirurgia vascolare del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria per essere visitato come da prenotazione. Peccato che la data fosse esatta ma l’orario era in “leggero” anticipo in quanto la visita era prenotata per le 11.45 ed il soggetto, giunto alle 9.15, pretendeva di essere visitato subito. All’ovvio diniego del personale, essendoci altri pazienti che lo precedevano in lista, il soggetto ha scatenato il putiferio aggredendo medici ed infermieri ed anche i Carabinieri intervenuti.
Arrestato, il giorno dopo è tornato a calcare le scene del nostro Ospedale in quanto, evidentemente, l’attuale legislazione in materia glielo ha consentito.
Il giorno stesso dell’aggressione ho emanato il comunicato stampa che Le
allego per il quale il Prefetto ha solertemente attivato il Comitato Ordine e Sicurezza Pubblica cui ho preso parte. Consumato questo rito istituzionale, molto frustrante per tutti i partecipanti in quanto per la sua stessa natura questo Organismo non può produrre effetti celeri e concreti se non quelli di riportare ai livelli istituzionali superiori la drammaticità della situazione, ovviamente nulla è successo e nulla poteva succedere.
In una Società normalmente civile esisterebbero due versanti di intervento: la prevenzione e la sanzione.
Mi sembra ridicolo parlare ancora di prevenzione attraverso un cambiamento culturale della Società perché esso è, da tempo, in atto ma in peggio. La nostra Società sta diventando sempre più individualista, cattiva ed aggressiva e, in ambito sanitario, non si intende accettare la spiacevole realtà della malattia ed allora si va spesso alla ricerca di un colpevole all’interno del luogo dove si viene curati, vuoi il medico incompetente, vuoi l’infermiere indifferente, vuoi l’oss scortese, vuoi la lunga attesa, etc. etc.
In tali condizioni è ormai impossibile lavorare mancando quella serenità relazionale con i pazienti che permetta a tutti di esprimere al meglio la propria professionalità. Esiste anche, quale genesi del fenomeno “aggressioni”, un grave problema di carenza di personale ma tutti i Governi, negli ultimi venti anni a questa parte, sono rimasti tranquillamente indifferenti di fronte a questo problema da tutti accertato e da nessuno affrontato e risolto.
Quindi, tra difficoltà oggettive di organizzazione e Società sempre peggiore sotto il profilo dell’educazione civica le aggressioni costituiscono l’ovvio risultato che ha una natura, purtroppo, ingravescente fino a quando ci scapperà il morto ed allora per un paio di giorni tutti si strapperanno i capelli per la vita stroncata per tornare dopo un paio di giorni punto e da capo.
Come ho sostenuto in Comitato Ordine e Sicurezza Pubblica occorre una decretazione d’urgenza che consenta di irrogare pene immediate, certe e severe agli aggressori le quali, paradossalmente, costituiscono l’unico mezzo di prevenzione con ciò significando che un aggressore colto in flagranza va immediatamente sbattuto in galera – utilizzo volutamente questa locuzione – per almeno un anno in modo tale che chiunque abbia intenzione di mettere le mani addosso al personale sanitario, che rende un servizio insostituibile e vitale alla Comunità, ci penserà molto attentamente.
A ben poco vale l’inasprimento delle pene, avvenuto con la legge n. 56/2023, se poi esse non vengono inflitte e gli aggressori, forse, saranno ipoteticamente oggetto di processi che non si concluderanno mai con ciò significando che l’insegnamento che tutti traggono è che si può impunemente aggredire il personale ospedaliero tanto poi non succede proprio nulla.
Al Legislatore la responsabilità di adeguare, con la massima solerzia, le norme ad una situazione da molto tempo esistente in tutta Italia ed ormai fuori controllo.
Dr. Gianluigi ScaffidiCommissario straordinario del G.O.M. di Reggio Calabria