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QS Edizioni - domenica 22 dicembre 2024

Lettere al Direttore

Oss e Assistente infermiere. Si cambia tutto per non cambiare niente

di Marcello Bozzi
5 settembre -

Gentile Direttore,
prendo spunto dai recenti posizionamenti (De Caro, Falli, altri) riportati da Quotidiano Sanità per alcune considerazioni e riflessioni su 3 argomentazioni “core”: le caratterizzazioni dei nuovi profili professionali (OSS e Assistente Infermiere) e le comparazioni con i precedenti (OSS e OSS FC); le risorse necessarie per il funzionamento delle strutture del SSN (e del sistema privato accreditato e convenzionato); gli interventi necessari (in capo a chi).

1 Le caratterizzazioni dei nuovi profili professionali (OSS E Assistente Infermiere) e le comparazioni con i precedenti (OSS e OSS FC)
L’istruttoria dei due documenti della CSR riporta chiaramente le variazioni epidemiologiche (aumento delle cronicità), le variazioni demografiche e l’aumento dei bisogni della popolazione, la necessità di rivedere le organizzazioni e la rilevanza e l’importanza della figura dell’OSS. Per ogni documento (OSS e Assistente Infermiere) segue la declinazione dei singoli articoli.

Le tabelle che seguono riportano le comparazioni tra vecchi e nuovi profili.

Pur apprezzando la “modernizzazione” del linguaggio nei nuovi documenti ed i miglioramenti evidenziati nelle tabelle sopra riportate, a distanza di 23 anni dall’istituzione del Profilo OSS ci si poteva aspettare qualcosa di diverso. Così come risulta una “stranezza” la previsione del requisito curricolare L.M. nella Classe 1 per il coordinamento (meglio definirlo “Direttore”) del Corso di Assistente Infermiere mentre, per il coordinamento del Corso OSS i requisiti curricolari richiesti per la medesima funzione appaiono poco chiari … ma forse si tratta di un refuso (e se non dovesse risultare tale è opportuno allineare il testo a quanto già previsto per il coordinamento del corso per Assistente Infermiere, tenuto conto della prevalenza delle funzioni assistenziali in capo alle figure professionali in discussione).

NB – i Laureati Magistrali nella Classe 1 ad oggi sono 21.894 … pertanto non mancano risorse abilitate!!

Relativamente alle caratterizzazioni professionali, sia per la proposta del nuovo corso OSS, sia per il nuovo profilo professionale dell’Assistente Infermiere, queste hanno una sovrapposizione (con un migliore livello descrittivo) ai precedenti profili posti a comparazione.

Verrebbe da dire “cambiare tutto per non cambiare niente” … e invece va colta l’occasione per rivedere le organizzazioni ed i sistemi di cura e assistenza (come auspicato dagli estensori dei documenti nelle singole istruttorie), sia per adeguare la risposta ai nuovi bisogni della popolazione e alle nuove necessità di funzionamento delle strutture, sia per una valorizzazione degli Infermieri, degli Assistenti Infermieri e degli OSS.
Certamente va aperto un dibattito sull’utilizzo corretto dei profili professionali di OSS e AI (Assistente Infermiere), evitando criticità e sovrapposizioni, anche con possibili distinguo tra le possibili assegnazioni in strutture ospedaliere, territoriali e residenziali.
Apprezzabile la possibilità di crescita e sviluppo professionale da OSS a AI, con l’auspicio che la stessa cosa possa realizzarsi anche da parte dell’AI nell’ambito per CL in Infermieristica (nel rispetto dei requisiti curricolari previsti per l’accesso).

2 Le risorse necessarie per il funzionamento delle strutture del SSN (e del sistema privato accreditato e convenzionato)
I “media” riportano i dati riguardanti le carenze di infermieri forniti da Enti e stake-holder (CGIL 70.000, NURSE 24 60.000, SKY TG 24 70.000, FNOPI 65.000 + 20.000, NURSING-UP 100.000 – 120.000).
Probabilmente è giunto il momento di cambiare paradigma e passare dal “cosa manca” al “cosa serve”.

Per fare ciò è necessario considerare:

  • le principali normative che regolamentano e disciplinano il sistema ospedaliero (DM 70/2015) e verificare gli scostamenti (in eccesso e in difetto) di ospedali e reparti di degenza rispetto al dettato normativo (eccedenza di oltre 500 reparti di degenza … senza considerare gli artifizi “dell’ospedale unico” utilizzati da molte regioni per aggirare il DM 70/2015 … a tutela di orti [apicalità] e campanili [municipalità], a spese della popolazione);
  • le principali normative che regolamentano e disciplinano i servizi territoriali (DM 77/2022) e verificare, rispetto alle nuove definizioni e strutture, cosa già c’è e cosa è necessario implementare;
  • i contenuti delle normative (profondamente modificate) che regolamentano il SSN, verificando l’applicazione (o meno) degli indirizzi che si sono succeduti a livello governativo (pre e post covid-19);
  • i contenuti delle normative che disciplinano il funzionamento delle professioni sanitarie (inutile pensare all’evoluzione formativa delle professioni sanitarie ad invarianza dei modelli organizzativi e dei sistemi di cura e assistenza)

Gli approfondimenti di cui sopra saranno sicuramente di grande aiuto per comprendere sia i cambiamenti necessari nelle organizzazioni e nei sistemi clinico-assistenziali, sia per definire le reali necessità di risorse (tipologia e numerosità).

Vanno perseguite:

  • le modifiche strutturali (integrazioni / accorpamenti di reparti di degenza / aree indistinte / etc.)
  • le modifiche organizzative e la parallela definizione/revisione dei piani assistenziali e la riorganizzazione dell’assistenza e delle “linee di produzione” attraverso la revisione di staffing e gli skill-mix (tenendo conto delle evoluzioni formative delle professioni sanitarie e dei nuovi profili). Non va dimenticato che i “nuovi profili” seguono i precedenti, vecchi di 23 anni, che – ad oggi – non trovano ancora un corretto utilizzo in molte regioni del nostro Paese
  • le modifiche culturali e la valorizzazione delle professioni sanitarie, per la garanzia della continuità tra la teoria e la prassi, anche a superamento del “si è sempre fatto così” e per una reale consapevolezza del ruolo ricoperto e delle relative responsabilità di ognuno

Senza le analisi richiamate è difficile sapere se i posti a bando nei CC.LL: in Infermieristica saranno sufficienti o meno a coprire le necessità per il funzionamento delle strutture del SSN (e del privato accreditato e convenzionato).
Possiamo certamente affermare che gli Infermieri in quiescenza nel periodo 2022/2027 sono quantificati in 21.050 (rif. AGENAS - C.A. 2020) e pertanto possiamo ipotizzare che i circa 21.000 posti/anno messi a bando nei 236 CL in Infermieristica attivati nei 49 Atenei possano essere sufficienti a garantire il turnover (compresi gli abbandoni e le dimissioni volontarie).

Deve invece preoccupare il livello di attrazione verso la professione infermieristica.
Nell’A.A. 2023/2024, a fronte di 23.000 posti messi a bando, le domande di ammissione sono state 20.000 (meno dei posti disponibili). A Medicina 98.000 domande per 18.000 posti. E’ il caso di affrontare seriamente la questione ed a ricercare le motivazioni (riconoscimento sociale, stipendio, possibilità di crescita professionale, modelli organizzativi arcaici, sistemi e modelli di cura e assistenza “vecchi”, …)

3 Gli interventi necessari (in capo a chi)

  • A livello Governativo e Ministeriale - per una chiara definizione della “governance” attraverso precisi indirizzi alle Regioni e alle Aziende per la strutturazione e copertura delle posizioni dell’articolazione organizzativa e professionale della dirigenza delle professioni sanitarie (tenuto conto delle caratterizzazioni e specificità della dirigenza delle professioni sanitarie, non mutuabili da altri). Va ricordato che tale strutturazione, a distanza di quasi 5 lustri dall’attivazione, risulta ancora incompleta. Coì come è giusto ricordare la necessità di riconoscere alla Dirigenza delle Professioni Sanitarie pari diritti e pari dignità, al pari delle altre Dirigenze Sanitarie.
  • A livello Ministero Università e Ricerca – per il riconoscimento dei Professori Disciplinari (solo 68 MED 45 a fronte dei 236 Corsi Attivati e dei circa 1.400 insegnamenti disciplinari) e dei Direttori dei Corsi (quasi sempre riconoscimento fittizio e inquadramento nell’area del comparto)
  • A livello Regionale – per una maggiore incisività negli accordi con l’Università per la formazione infermieristica e per un maggiore rigore nei confronti degli Enti accreditati per la formazione degli OSS e degli Assistenti Infermieri
  • A livello Aziendale – per credere in un cambiamento e favorire la revisione dei progetti, dei percorsi e dei processi, con la piena valorizzazione di ogni livello dell’articolazione organizzativa delle professioni infermieristiche (anche con decisioni coraggiose, a valorizzazione vera dei tanti professionisti che continuano a credere nella professione
  • A livello sindacale – per favorire veri cambiamenti nei rinnovi contrattuali, riconoscendo alle professioni infermieristiche e socio-sanitarie un valore vero, evitando i richiami allo sviluppo nei riconoscimenti negli incarichi professionali, sapendo benissimo che tali incarichi sono soggetti alla perimetrazione dei fondi … con un numero di possibili beneficiari molto limitato. E probabilmente è opportuno iniziare da subito la discussione sui possibili prossimi riconoscimenti collegati alla formazione clinica specialistica
  • A livello Ordinistico – per le azioni necessarie a garanzia della popolazione ed a salvaguardia della dignità e professionalità degli infermieri
  • A livello professionale – per favorire e per credere nel cambiamento. Se non ci crediamo noi … non ci crederanno nemmeno gli altri!

Infine è bene ricordare che le questioni poste non possono essere affrontate mettendo “pezze” ma vanno affrontate nella loro interezza. L’auspicio e la speranza è che non passino altri 24 anni.

Marcello Bozzi
Segretario ANDPROSAN – Associata COSMED

5 settembre 2024
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