Lettere al Direttore
È tempo di affrontare seriamente e non con spot il problema della demotivazione e dei vuoti di organico nel Ssn
di Annalisa SilvestroGentile direttore,
ho letto con molto interesse gli articoli prima del dr. Proia e poi del dr. De Caro sull’attuale situazione di disagio contrattuale e professionale dei sanitari del comparto, infermieri in primis.
Opinioni e contenuti lucidi e stigmatizzanti da una parte un insufficiente impegno e volontà da parte delle rappresentanze sindacali e professionali per dare effettività agli strumenti contrattuali già esistenti, dall’altra per richiamare i decisori regionali e nazionali oltre che, nuovamente, le direzioni delle professioni sanitarie e le rappresentanze professionali ad attivare azioni che potrebbero, da subito, iniziare a dare visibilità professionale e quell’iniziale riconoscimento economico che tutti i professionisti sanitari rivendicano come atto dovuto per l’impegno profuso verso gli assistiti e i cittadini in questo difficile contesto.
De Caro fra le altre riflessioni si richiama a due aspetti di particolare interesse per gli infermieri: la persistente confusione lessicale e contenutistica sulle funzioni e sulle prospettive anche formative dell’infermiere con funzioni specialistiche e avanzate e sulla ipotesi di introdurre una nuova figura professionale: l’Assistente infermiere.
Sia Proia sia De Caro invitano tutti coloro che hanno la possibilità di incidere sulle decisioni che vengono e verranno assunte in merito, a gettare il cuore oltre l’ostacolo e ad agire. Ed io aggiungo, agire coinvolgendo in maniera vera e costante i professionisti che rappresentano perché su di loro ci sarà il riscontro diretto delle decisioni, delle titubanze e delle loro azioni o inazioni.
La tensione esistente fra tutti i professionisti sanitari è ormai evidente e palpabile; è arrivato il tempo di chiamare le Regioni e le Aziende sanitarie tutte ad affrontare seriamente e non con spot che non fanno altro che aumentare la già elevata tensione, il problema della demotivazione, dell’abbandono, delle carenze e dei vuoti di organico che si stanno allargando sempre di più e che rischiano, quelle si davvero, di decretare una impossibile rivitalizzazione e ripresa del SSN. Ed è certo deprimente, a proposito della grave carenza di infermieri e della scarsa disponibilità dei giovani ad intraprendere quella nobile professione, che in sede governativa e regionale si blateri sull’acquisizione di infermieri da una qualsiasi parte del mondo senza invece nulla dire o fare per affrontare concretamente il problema. Oppure si proponga una nuova, strana figura quale è l’assistente infermiere… dimenticando, e qui anche colpevolmente da parte della rappresentanza professionale infermieristica, che da tempo la letteratura internazionale evidenzia con dati oggettivi la riduzione della mortalità se il processo di assistenza è garantito da un numero congruo di infermieri laureati. Agire, dunque, superando vecchie logiche, chiusure, veti professionali e obsoleti confini che portano al nulla. Il SSN con i valori che ne sono sottesi non può che essere sostenuto con l’apporto di tutti, con l’integrazione, con la volontà di agire e con il pensiero che nessuna famiglia professionale si salverà dal degrado e dalle difficoltà di sistema da sola. È dunque giunto il tempo dell’impegno di tutti e di ognuno.
Annalisa Silvestro
Responsabile Coordinamento Nazionale Professioni Sanitarie e Socio Sanitarie FIALS