9 luglio -
Gentile Direttore,il Dott. Bottino (ACOI)
nell’articolo del 5/7/2024 ha lanciato l’allarme sulla prossima carenza di chirurghi in seguito alla mancata assegnazione del 53% dei posti di specializzazione in chirurgia generale nell’anno 2023. Le motivazioni elencate dal dott. Bottino per spiegare la scarsa attrattività delle scuole di specializzazione in chirurgia generale sono attuali e concrete e, di certo, meritano tutta l’attenzione degli Organi di governo. Sarebbe opportuno però che gli Stessi venissero a conoscenza di alcune “concause” che non dovrebbero rimanere ignorate in quanto non rappresentano certo un male “minore”, almeno per chi le vive.
La sottoscritta dopo lunga carriera universitaria da specializzando, dottorando ed infine da assegnista di ricerca nel settore scientifico-disciplinare della Chirurgia generale nonché dopo ultradecennale esperienza nell’emergenza territoriale e, da ultimo, nella medicina convenzionata, è stata chiamata in servizio più volte, sia a tempo indeterminato, sia a tempo determinato in seguito a scorrimento di graduatorie di pubbliche selezioni per Dirigente Medico di chirurgia generale. Di seguito l’elenco delle più frequenti motivazioni,ad intento evidentemente dissuasivo,rappresentate dai Responsabili delle Unità Operative e/o Amministrative delle Istituzioni pubbliche presso cui avrebbe dovuto prendere servizio:
• Età avanzata :
1. “Considera che per farsi chirurghi ci vogliono almeno una ventina d’anni minimo, tu fra 10-15 anni vai in pensione…beh, forse 12 anni…anzi, tu sei una donna forse tra 10 anni vai in pensione.…A 55 anni rimettersi in gioco non è una cosa facile … Visto che c’hai 55 anni se perdi un posto a tempo indeterminato (quello che avrei dovuto lasciare per effettuare il periodo di prova come dirigente medico, n.d.a.) poi sono guai!”
2. “…Lei di che anno è , mi scusi?... Sa’…il posto qui c’è …ma per un trentenne!”
• Pre-giudizio di inadeguatezza della sottoscritta alle esigenze della UOC di assegnazione, indipendentemente dalla graduatoria di merito e prima ancora di aver avuto modo di valutarla nel periodo di prova:
• “…Qui non abbiamo la differenza tra primo e secondo (operatore, n.d.a,), per cui chi c’é opera …” ( !!! n.d.a)
• “Devi considerare che sarai da sola…”
• “ A noi serve un chirurgo in grado di fare il primo (operatore n.d.a.)di guardia in chirurgia d’urgenza”
• Esigenza di reclutamento talmente IMPELLENTE da non poter attendere i termini di dovuto preavviso necessari alla sospensione del rapporto lavorativo instaurato con altra Amministrazione :
1. Per giustificare la scelta dell’Amministrazione di non aver proceduto alla stipula del contratto da dirigente medico a tempo determinato in seguito alla reiterata dichiarazione di disponibilità, una Azienda Ospedaliera ha inviato alla scrivente la lettera in cui il Responsabile del Dipartimento d’emergenza chiedeva al Direttore Sanitario della stessa Azienda di procedere con l’assunzione non della prima idonea disponibile nella graduatoria che la stessa Azienda aveva deliberato di scorrere bensì dell’idonea nella posizione successiva, in quanto disponibile ad entrare in sevizio a partire dal giorno seguente.
2. Dopo aver ricevuto la lettera d’incarico con entrata in servizio fissata al 1 Ottobre 2023, l’Azienda ha comunicato SOLTANTO alla fine di agosto 2023 l’esigenza di anticipare inderogabilmente l’assunzione a tempo determinato a partire dal 1 settembre 2023. Stessa situazione occorsa nel 2019, con lettera d’incarico pervenuta in data 16/01/2029 e immissione in servizio inderogabilmente fissata , pena decadenza, al 23/1/2019.
Nell’esperienza della scrivente, in più occasioni, i parossismi discrezionali (con derive ageista, sessista e, mutuando dal gergo militare, finanche nonnista?) oltre alle esigenze, cosiddette inderogabili, di assunzione immediata hanno prevalso sul razionalismo delle graduatorie di merito.
In questo contesto non c’è da stupirsi che non ci sia la “corsa” dei laureati in medicina per conquistare i posti nelle scuole di specializzazione di chirurgia generale.
Certo c’è da dire che lo specializzando di oggi può formarsi nella stessa Azienda dove potrà essere assunto a tempo indeterminato dopo la specializzazione, condizione impossibile per quanti si iscrivevano alle scuole di specializzazione oltre 20 anni fa. C’è da aggiungere che gli specialisti in chirurgia generale che sono riusciti ad instaurare con un’Azienda anche solo un rapporto di collaborazione professionale negli ultimi anni hanno potuto esercitare il diritto di “opzione” per essere stabilizzati presso l’Azienda presso cui erano in servizio anche se reclutati da un’altra Azienda mediante scorrimento di graduatoria di pubblico concorso, in ragione della continuità nell’esperienza maturata, per quanto ciò rappresenti l’ennesimo paradosso. Il fatto, infatti, che un chirurgo abbia maturato esperienza presso una determinata Azienda non vuol dire che è il miglior chirurgo sulla piazza che l’Azienda possa reclutare. Nonostante ciò è sancito dalla normativa vigente che le stabilizzazioni prevalgano sui concorsi per reclutamento.
Altrettanto paradossalmente si intendono valorizzare le esperienze professionali all’estero ma poi si preferisce far prevalere il diritto di rimanere “fissi” nelle Aziende in cui si è iniziato a lavorare o in cui, ancor prima, è iniziata la formazione. Del resto un paradosso è anche poter lavorare nelle Aziende pubbliche anche oltre i 70 anni se sei un chirurgo affermato, ma essere troppo vecchio per avere un primo incarico di chirurgia (anche temporaneo) a 55 anni, ancor più se donna.
Con questa visione ristretta e questi pre-giudizi i chirurghi italiani, sempre di meno e sempre meno motivati, difficilmente potranno essere “cittadini del mondo”.
Forse sarebbe il caso che gli esponenti del Governo considerassero che se il diritto di “ri-selezionare “ in base a pre-giudizi coloro che abbiano acquisito “per merito” il diritto a ricoprire i posti vacanti fosse divenuto un esercizio “sistematico”, adottando anche nelle Aziende pubbliche i criteri di reclutamento delle Aziende Private, le spese e i tempi per l’espletamento dei concorsi pubblici per titoli ed esami nonché le delusioni delle aspettative dei candidati risultati idonei nelle graduatorie di merito potrebbero essere risparmiati: il Responsabile potrebbe scegliere, sulla base dei soli curricula ed adottando i criteri selettivi che ritenesse più opportuni, il candidato più idoneo a ricoprire il posto vacante in base alle esigenze della Struttura che dirige ,eventualmente con la previsione di rispondere economicamente in caso di insufficiente rendimento del chirurgo selezionato.
In tal modo il chirurgo più “performante” sarebbe incentivato nella continua e progressiva crescita professionale ed il chirurgo meno “performante” potrebbe decidere di cambiare lavoro quando è ancora in tempo e molto prima di impegnare la vita per cercare di risultare idoneo in graduatorie di merito da dove non verrebbe comunque reclutato, andando ad incrementare il numero dei frustrati.
Nadia PepariniMedicina a Convenzione -Regione Lazio