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QS Edizioni - domenica 30 giugno 2024

Lettere al Direttore

La montagna ha partorito il topolino (già morto)

di Alessandro Giustini
immagine 14 giugno -

Gentile Direttore,
si arricchiscono i contributi positivi per la riforma complessiva (urgente) del SSN e negli ultimi giorni, forse perché è anche finita la campagna elettorale, stanno prevalendo senza dubbio i contributi di varia origine e con differenziati punti di aggancio, che contribuiscono positivamente a questa prospettiva di cambiamento.

Si continua a parlare di disponibilità finanziaria ma finalmente si correla seriamente questo dato a quello senza dubbio molto più determinante della nuova articolazione delle strutture e nuova loro organizzazione in modo che siano finalmente adeguate per poter utilizzare con appropriatezza ed efficacia queste necessarie risorse.

L’intervento ampio ed organico di Polillo e Tognetti alcuni giorni fa e poi quello recente di Cavicchi che ha ben evidenziato la gravissima “privatizzazione” da molti anni tramite il Welfare Aziendale; ancora qualche giorno fa i dati del presidente Pellissero di Aiop che invece fanno chiarezza sulle voci della “svendita” al privato inserito nel SSN ; e poi i contributi di Gruppi di professionisti e di singoli esperti sui temi del rinnovamento della formazione dei medici ; i documenti di alcuni Sindacati che mirano a riportare appunto gli operatori al centro delle decisioni ma anche del riconoscimento della professionalità sono stati molto interessanti.

Direi molto validi per comporre ,da punti di vista anche diversi ,una prospettiva sempre più forte pur se ancora certamente non chiara ne semplice dei molteplici temi che debbono esser affrontati ne di come possano esser affrontati. Ma in particolare mi sono sembrati significativi i dati e le riflessioni emerse alla giornata di lavoro sviluppata al Ministero della Salute (con il contributo anche di ISS, Regioni, Agenas) sul tema del report SDO: questi flussi descrivono l’immagine di una organizzazione ospedaliera nazionale che continua in qualche modo a funzionare ma necessita di esser adeguata come dimensioni, distribuzione territoriale e produttività a bisogni rapidamente già mutati. Una organizzazione ospedaliera che necessita di avere al fianco una solida struttura nel territorio e nella comunità che consenta appunto all’Ospedale di innovare compiti ed organizzazione , integrandosi sinergicamente nelle prestazioni.

Questo è il contesto complessivo che può dare il senso alla innovativa riforma del SSN di cui abbiamo bisogno .

Solo in questo contesto si può ripensare alla formazione appropriata dei professionisti; non per guerre di basso livello di Sindacati ed associazioni di ASL verso l’Università ne per sola difesa salariale (doverosa ) dei lavoratori. Solo in questo contesto si può pensare a raggiungere una soluzione stabile alle crescenti richieste di prestazioni e liste di attesa contrastando anche la medicina difensiva con la necessaria tempestività di offerta. Solo in questo contesto si può pensare a dare credibilità al rinnovato Piano per le Cronicità che è stato fino ad oggi l’esempio paradigmatico del fallimentare impegno del SSN in questo settore. Solo in questo contesto la Sanità potrà anche rispondere appropriatamente ai crescenti bisogni dell’area della Disabilità . Bisogni che sempre più rapidamente producono un flusso di domanda sanitaria a tutti i livelli che deve finalmente esser affrontata con strumenti e cultura adeguata, come del resto sta avvenendo per fortuna in campo previdenziale ed assistenziale

Infatti la disabilità intesa come limitazione del funzionamento in relazione a barriere nei contesti personali ed ambientali rappresenta la maggiore prevalenza nella domanda di prestazioni sanitarie , socio-assistenziali e riabilitative espresse dalla popolazione italiana(non solo anziana). Inoltre il concetto ben definito dalla cultura geriatrica di “fragilità” fa da corollario da un lato al rischio di disabilità e dall’altro lato ai problemi della cronicità se vogliamo affrontarli seriamente .

Ma in questo momento appare il documento Agenas , realizzato e sottoscritto da un gran numero di esperti e di soggetti istituzionali “Linee di indirizzo per l’attuazione del modello organizzativo delle case della comunità hub”.

È tale il mio sconcerto nel leggerlo che ho anche il serio dubbio di sbagliare il giudizio: sicuramente tanti altri lo leggeranno e vedremo i giudizi! Con una certa esperienza si può riconoscere in questo documento la storica impostazione del poliambulatorio delle Mutue che poi è senza particolari modifiche transitato nel Poliambulatorio della USL e poi della Casa della Salute della ASL.

Assolutamente nulla di innovativo ne sul piano organizzativo o di offerta alla popolazione. Nessuna ipotesi di sanità d’iniziativa ne tanto meno di “prevenzione sociale “ Nessuna analisi di nuovi bisogni ed in particolare assoluta mancanza di analisi delle problematiche della fragilità e della disabilità. Nessuna ipotesi di nuove modalità multiprofessionali e multidisciplinari all’interno della Casa e/o che possano coinvolgere altre “agenzie” che nella comunità (40.000/50.000 abitanti) già concorrono a difendere la Salute. Nessuna programmazione di contatto operativo delle risorse professionali previste nella Casa con Volontariato, con Associazioni che già oggi lavorano per fasce particolari di popolazione e di bisogni particolari (attività fisica, prevenzione dell’abbandono e dell’esclusione, alimentazione, violenza, abuso di farmaci magari coinvolgendo le farmacie a cui si delegano sempre più spazi ed affari ….). Ad esempio nessuna considerazione di come si debba superare il “bonus psicologo” se si considera veramente importante il problema in questo campo per le giovani generazioni o comunque per tutti i cittadini.

Potrebbe bastare cambiare il cartello all’ingresso degli esistenti Poliambulatori ed inaugurare le Case della Comunità.

Questa Casa della Comunità sembra non avere alcuna idea di dove sia e quali problemi abbia oggi la Comunità : pare proprio un topolino (peraltro già morto da tempo ) partorito dalla montagna solo per dare copertura formale ai finanziamenti del PNRR.

Mi auguro che sia un infortunio dell’Agenas e dei tanti partecipanti e sottoscrittori. O forse partecipava anche chi non aveva alcun interesse a che si innovasse veramente l’offerta di prestazioni nella Comunità?

Sempre da ottimista posso pensare che queste Linee Guida appaiono talmente antiche e polverose che dovrebbero poter esser facilmente superate, o almeno speriamolo. Atrimenti tutto il movimento culturale che si è andato manifestando in questi mesi troverebbe un ostacolo insormontabile nella riforma necessaria del SSN.

Alessandro Giustini

14 giugno 2024
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