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QS Edizioni - domenica 30 giugno 2024

Lettere al Direttore

Liste d’attesa: urge intervenire ulteriormente sui vincoli della “Spending Review”     

di Antonio Salvatore 
immagine 3 giugno - Gentile Direttore,
è pacifica la circostanza che il “preistorico” tema dei “tempi di attesa” per poter fruire di prestazioni sanitarie (ambulatoriali, diagnostiche e di ricovero) rientranti nei LEA vada affrontato con urgenza e determinazione. Un tema che costituisce una delle tante patologie del sistema salute nazionale su cui in passato vi sono state “tiepide” iniziative rivelatesi inefficaci.

Finalmente ora s’intende dotare le Regioni di uno strumento che consenta l’abbattimento delle liste di attesa per poter superare le criticità connesse all’accessibilità e alla fruibilità delle prestazioni e garantire l’erogazione dei servizi in tempi appropriati rispetto alle patologie e alla necessità di cura.

Poco importa dunque con quale strumento s’interverrà. Ciò che conta è che questo dia, una volta e per tutte, soluzioni concrete ad un problema atavico, affrontato in passato con insufficienti risorse finanziarie integrative assorbite immediatamente dallo storico sotto-finanziamento del SSN.

Tuttavia, implementare un sistema che consenta in breve tempo il superamento delle liste di attesa – foriere di disuguaglianze regionali e di migrazione sanitaria (con conseguente “transumanza” di risorse e ricchezza tra Regioni) – non è cosa facile, dal momento che su tale fenomeno impattano numerose variabili: il fabbisogno effettivo di prestazioni nei vari setting assistenziali, il tema della appropriatezza prescrittiva e organizzativa (che incide sul governo della domanda), la dimensione dell’offerta, l’incidenza del privato accreditato quale secondo pilastro portante del SSN, lo sviluppo di nuovi sistemi di offerta (farmacia dei servizi e telemedicina).

Insomma, un problema complesso al quale non esistono soluzioni semplici e immediate.

Attualmente, una quota delle liste d’attesa riguarda le prestazioni di specialistica ambulatoriale.
Nonostante nel 2023 il volume di prestazioni di tale macro-area sia cresciuto di circa il 5% rispetto al 2022 e di oltre il 9% rispetto al 2019, i tempi di attesa di alcune visite specialistiche o di talune indagini strumentali sono insostenibili e inaccettabili.

Il prospetto che segue illustra il trend dei volumi di prestazioni di specialistica ambulatoriale erogati nel quinquennio 2019 – 2023 con oneri a carico del SSN.

Una “fetta” significativa di tale produzione è di appannaggio del privato accreditato. In Campania, circa l’80% dei volumi di specialistica ambulatoriale è prodotto dagli operatori privati accreditati, con punte superiori al 90% per alcune discipline. Tuttavia, le risorse allocate a tale macro-area sono pari a circa 578 mln di euro, equivalenti a poco più del 5% del FSR. In sintesi, la Campania con il 5% delle risorse annuali del FSR finanzia l’80% delle prestazioni di specialistica ambulatoriale.

Ciò induce fondatamente a ritenere che la tempestiva attuazione di un programma straordinario per la riduzione delle liste d’attesa dovrebbe necessariamente prevedere una ulteriore mitigazione degli attuali vincoli imposti alle Regioni dalla famigerata “Spending Review” del 2012 che, per come attualmente concepita, ne limita notevolmente la possibilità di programmazione.

Un ulteriore allentamento degli attuali vincoli posti a carico delle Regioni consentirebbe alle stesse di operare una riallocazione di risorse dedicate al recupero delle liste d’attesa senza ulteriori oneri a carico della finanza pubblica.

Antonio Salvatore
Direttore del Dipartimento Salute di ANCI Campania
3 giugno 2024
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