8 aprile -
G
entile Direttore,leggendo il
resoconto n. 112 del 13/03/2024 “in sede redigente” della VII Commissione permanente del Senato della Repubblica in merito al DDL 788 “Disposizioni in materia di ordinamento delle professioni pedagogiche ed educative e istituzione dei relativi albi professionali”, si denota una discrepanza tra i contenuti del verbale e l’esito della votazione. Da una parte, il Presidente della VII Commissione, Sen. Roberto Marti, comprende, e in alcuni casi condivide, le finalità delle proposte emendative presentate. La Senatrice Giusy Versace precisa che le proposte emendative di cui è promotrice sono intese a specificare l'ambito di operatività degli educatori professionali socio-pedagogici nell'ambito delle strutture e dei servizi sociosanitari, al fine di sancire un netto confine tra le loro funzioni e quelle che devono essere riservate alle figure sanitarie e socio-sanitarie. Quindi questioni di non poco conto e meritevoli di attenzione.
Dall'altra parte però, sempre il Presidente della VII Commissione, nel medesimo verbale: “alla luce di una valutazione politica complessiva, ritiene che sia preferibile non modificare il testo licenziato alla Camera dei deputati, per evitare di allungare ulteriormente i tempi di approvazione del provvedimento, da lungo tempo atteso dal settore. Per tale ragione rivolge un invito a tutti i proponenti a ritirare i rispettivi emendamenti, precisando che, in caso contrario, il parere è da intendersi contrario.” Così facendo i/le Senatori/trici ritirano i loro emendamenti e l’esito del voto della VII Commissione del Senato al DDL 788 è “APPROVATO”.
Il passaggio significativo è dunque racchiuso nelle parole “… per evitare di allungare ulteriormente i tempi di approvazione del provvedimento”. La “frettolosità” di approvare il DDL 788, per una questione politica più che per una reale analisi della situazione, crediamo non sia una delle caratteristiche proprie della “saggezza” Senatoriale, come lo sono invece il buonsenso, l’equilibrio, l’attenzione, la prudenza. Sembra quasi far trasparire una certa “stanchezza politica” o forse il desiderio del "fare a tutti i costi, non importa come, ma fare”.
Le domande che tutti Noi Educatori Professionali ci poniamo e che facciamo anche a tutti i Politici sono: “Quali saranno le conseguenze di tale scelta nei confronti dei bisogni espressi dalle persone fragili? Quali conseguenze avrà la frammentazione dell'Educatore Professionale all’interno dei Servizi?".
ANEP, audita in VII Commissione nell’anno 2023 (
link diretto al documento), come più volte già espresso in passato nelle audizioni e nei molteplici incontri con i soggetti istituzionali, ribadì che il reale percorso politico da intraprendere per risolvere qualsiasi diatriba, non era la costituzione dell’Albo dei Pedagogisti e degli Educatori Professionali Socio Pedagogici, bensì era l’applicazione del
DM 520/1998 che individua il Profilo unico dell’Educatore Professionale. Si tratta di una norma di 25 anni fa che è stata disattesa, nonostante i ripetuti richiami e solleciti da parte della nostra Associazione.
Il DM 520/1998 già individuava l'Educatore Professionale come "operatore sociale e sanitario", definendo così l’unitarietà della figura professionale e prevedendo (art. 3 del DM 520/1998) una formazione unica e multidisciplinare valorizzando in egual modo i saperi dei poli formativi accademici di Medicina, Sociologia, Psicologia e Scienze dell'Educazione. La divisione e frammentazione della professione che si è venuta a creare successivamente è stata quindi dettata e creata per altri interessi, non certo per rispondere ai bisogni della popolazione.
È invece necessario un unico profilo, una unica formazione per l’Educatore Professionale ovvero di quel professionista in grado di attuare specifici progetti educativi e riabilitativi per rispondere in modo adeguato ai bisogni sociali, sanitari e socio-sanitari della popolazione e delle persone fragili.
Con l’approvazione del DDL 788 in VII Commissione invece “la guerra tra poveri è servita”.
Ci chiediamo: "Davvero ci deve essere un vincitore in questa diatriba Educativa? Davvero non si riesce a focalizzare politicamente ed operativamente l’attenzione sui bisogni sociali e di salute espressi dai cittadini, bisogni che possono essere soddisfatti dagli Educatori Professionali, uniti? A chi giova la divisione?". Di sicuro non ai cittadini e non agli Educatori professionali.
Non è di certo con l’istituzione di un nuovo soggetto pubblico che i problemi saranno risolti; probabilmente anzi si acuiranno, a discapito della Comunità intera. Auspichiamo pertanto che nella definizione dei decreti delegati applicativi, possano essere risolte le problematiche emerse. Auspichiamo una nuova stagione nella quale vi sia un unico Educatore Professionale a tutela dei bisogni e dei diritti dei cittadini!
Il Consiglio Direttivo Nazionale ANEPAssociazione Nazionale degli Educatori Professionali