Lettere al Direttore
La Bpco origina dalla nascita...ma anche prima
di Fabrizio AnatraGentile direttore,
la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è una malattia polmonare cronica e progressiva che nella sua forma conclamata si manifesta clinicamente con tosse produttiva persistente, dispnea, respiro sibilante; in base a numerose evidenze scientifiche, questa patologia può predisporre allo sviluppo di forme gravi di CoVid e di influenza aumentando in modo significativo il rischio di insufficienza respiratoria e di mortalità.
Sulla base di nuove acquisizioni scientifiche, si ritiene ora che la BPCO possa originarsi sin dalla nascita e forse anche prima! Questa patologia cronica deriverebbe, infatti, dalla somma di insulti patogeni che nel tempo si accumulerebbero nelle strutture dell’albero bronchiale a partire dalla più giovane età, ma che, per taluni aspetti, potrebbero influenzare lo sviluppo del feto già in corso di gravidanza a causa di fattori genetici predisponenti e per l’effetto nocivo del fumo materno che potrebbe indurre modificazioni epigenetiche sul DNA del nascituro.
A questi fattori si aggiungono poi, a partire dalla nascita, l’esposizione al fumo di tabacco (attivo e passivo) e l’effetto dannoso di inquinanti ambientali che provocano col tempo infiammazione cronica e l’evoluzione verso una forma conclamata di malattia: "Geni x ambiente x tempo" è quindi il nuovo paradigma della BPCO.
E’ dunque quanto mai importante prevenire lo sviluppo della patologia anzitutto sensibilizzando le donne perché conducano stili di vita salutari già durante la gestazione per evitare potenziali danni al feto, continuando poi a creare contesti di vita favorevoli al bambino durante tutte le sue fasi di sviluppo dopo la nascita.
Fondamentale, poi, è una diagnosi precoce basata su specifiche indagini clinico-funzionali in grado di intercettare per tempo la malattia all’inizio del processo patologico (pre-BPCO e PRISm) al fine di ridurne al minimo la progressione. A riguardo, sarebbe quanto mai opportuno prevedere per una maggiore appropriatezza diagnostica, uno screening mirato sulle coorti di popolazione più a rischio proponendo quantomeno un esame spirometrico e una specifica valutazione clinica per i forti fumatori, per chi è esposto a fattori di rischio professionali, per chi è soggetto a frequenti e ripetute infezioni respiratorie, per chi ha sofferto di patologie polmonari in giovane età.
Fabrizio Anatra
Medico Pneumologo