Lettere al Direttore
Ssn: salviamo il salvabile
di Antonio PantiGentile Direttore,
nell’articolo del primo agosto ci ricordi con ammirevole acribia la realtà delle cose sanitarie in questo meraviglioso paese, e non è un bel promemoria. L’elenco delle cose non fatte è addirittura superiore alle promesse e le difficoltà da superare perché il SSN risponda alle esigenze dei cittadini e alle legittime aspettative dei professionisti metterebbero in crisi il Conte di Cavour, figuriamoci Schillaci.
Il quale Ministro finora ha fatto tanti discorsi dal tono un po' affranto mentre molte forze politiche e sindacali e molta stampa segnalano la crisi sempre più grave della sanità, sottofinanziata, abbandonata e minacciata da uno sconsiderato regionalismo.
Molti si chiedono casa faccia la sinistra, nessuno pone la vera domanda: cosa fa la destra che è al governo e può agire mentre l’opposizione si oppone ma non decide? Chi governa, la destra sociale o il libero mercato, attento al profitto anche nei servizi basilari per la convivenza civile, la scuola e la sanità?
Gli esperti su QS hanno analizzato le cause di questo disastro non più annunciato ma presente e proposto rimedi diversi, logico frutto di idee dissimili, ma sempre rese coese dal richiamo ai principi della riforma sanitaria e della Costituzione, l’universalità del diritto, l’uguaglianza delle prestazioni, la solidarietà, e, nello stesso, dal riconoscimento che la questione del personale è dirimente per l’efficacia della sanità.
Quindi tre no rigorosi: al sottofinanziamento, al regionalismo differenziato, alla privatizzazione.
Ma cosa ci possiamo attendere se non qualche spicciolo, un obolo meloniano? I cittadini che più soffrono della crisi della sanità pubblica sembrano rassegnati anche perché, al di là dei milioni di poveri che di solito non votano, vi è un modesto diffuso benessere che intorpidisce il pensiero, nel trionfo dell’individualismo e nella crisi del rispetto dei beni comuni.
I proclami della sinistra, come i documenti degli esperti, non spostano voti e la destra procede con determinazione pari alla confusione, tagliando alla sanità anche i fondi del PNRR.
Non sarà facile intendersi sulla salvaguardia di quel che si può salvare del servizio pubblico. Chi opera nella sanità pubblica, e ci crede, ha un diverso linguaggio (nessuno userebbe la parola etnia come la usa qualche Ministro) e un panorama di valori su cui il governo non ha dato ancora sufficienti rassicurazioni, a parte Il Ministro Schillaci il quale però è un tecnico e non un politico.
Forse i professionisti della sanità potrebbero organizzarsi in corporazione, sicuramente in linea con le idee dominanti nel governo; temo però che siano disadatti a questo fine. Ha dà passà a nuttata, occorre lavorare con il consueto impegno per salvare, il salvabile in attesa che maturi una riflessione comune nella gente e nella politica; questo sarebbe un buon programma, parlare ai cittadini spiegando la realtà e i costi dell’assistenza sanitaria moderna.
Antonio Panti