28 luglio -
Gentile Direttore, le novità illustrate sul Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) 2.0 nel nuovo
Decreto dei Ministeri della Salute, MeF e Innovazione tecnologica mi hanno fatto ricordare che gli intenti in materia erano stati più ambiziosi.
L’introduzione del FSE è stata di per sé lenta al di fuori di regioni pioniere come l’Emilia-Romagna, nonostante l’impulso dalla pandemia SARS-CoV2.
L’attuale Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) si presenta come un deposito di dati PDF o immagini non interattivi. Per questo (sviluppando quanto anticipato nel PNRR M6C2), a luglio 2022 gli stessi Ministeri avevano pubblicato in Gazzetta Ufficiale nuove
Linee Guida nazionali, per “sintetizzare e emendare tutte le precedenti raccomandazioni e divenire la base per l’attuazione nel periodo 2022-2026.”.
In quelle Linee Guida si faceva esplicita menzione di uso dei dati dal FSE per l’addestramento di modelli Artificial Intelligence e Machine Learning e per le simulazioni. Il FSE avrebbe dovuto diventare “il punto unico ed esclusivo di accesso per i cittadini ai servizi del SSN, ecosistema di servizi basati sui dati per i professionisti sanitari per la diagnosi e cura dei propri assistiti e per una assistenza sempre più personalizzata sul paziente, strumento per le strutture ed istituzioni sanitarie che potranno utilizzare le informazioni cliniche del FSE per effettuare analisi avanzate di dati clinici e migliorare l’erogazione dei servizi”.
Il FSE 1.0 “non fornisce ancora una rappresentazione puntuale delle condizioni di salute dell’assistito, del contesto sociosanitario e dei piani socio-assistenziali. Inoltre, non è ugualmente alimentato in tutte le Regioni, limitando di molto la sua fruibilità come strumento di diagnosi, cura e prevenzione”.
Si definirono:
A) “Requisiti obbligatori da attuare nel breve termine.” (ripresi in gran parte nel decreto di questi giorni).
B) “Requisiti obbligatori da attuare entro la durata del PNRR per:
• evolvere verso servizi per l’accesso ai dati clinici (non più solo dei documenti) da parte di cittadini ed operatori sanitari, per il loro utilizzo nelle attività di prevenzione e cura svolte dai MMG/PLS e dai medici specialisti, per il loro impiego da parte dei farmacisti per svolgere le rispettive funzioni di verifica dell’aderenza alle terapie e delle possibili reazioni avverse, per il loro uso da parte delle istituzioni sanitarie per la programmazione sanitaria e la prevenzione;
• alimentare il FSE con dati clinici standardizzati attraverso l’uso di sistemi di codifica e dizionari, acquisiti nelle attività di prevenzione, diagnosi e cura condotte dai professionisti sanitari sugli assistiti, ivi compresi patient summary prodotti da MMG/PLS secondo target PNRR, dati di Telemedicina, dati generati autonomamente dai pazienti ed imaging;
• attuare una nuova architettura del FSE, completa di un repository di dati clinici centrale (riusabile anche a livello locale) e potenziata da nuove componenti di interoperabilità in grado di raggiungere e collegare tutte le strutture sanitarie produttrici di informazioni;
• adottare strumenti di Advanced Analytics, anche basati su tecniche di Intelligenza Artificiale per l’elaborazione dei dati clinici del FSE;
• mettere a disposizione i dati clinici per la ricerca;
• istituzionalizzare a livello nazionale un processo continuo e sistematico di verifica delle esigenze informative e di standardizzazione dei documenti e dati clinici da far confluire nel FSE in aggiunta a quelli inizialmente previsti.”
C) “Requisiti raccomandati per:
• realizzare servizi basati sui dati clinici, ulteriormente estesi a dati omici, genetici ed epigenetici, per una cura sempre più personalizzata sull’assistito;
• rendere disponibili tali dati per la ricerca;
• metterli a disposizione delle Istituzioni Sanitarie per finalità di governo.”
Dal confronto con il Decreto appena licenziato, è chiaro che dopo solo un anno molte ambizioni sono rimaste tali. Dov’è finita la possibilità di passare da mero deposito di PDF a un vero sistema database capace di sfruttare i dati sanitari per elaborazioni e simulazioni con Machine Learning, alimentato anche da Telemedicina? Senza un solida base dati o comunque non in grado di acquisirli al bisogno, un’intelligenza artificiale è tabula rasa.
Quello che appare nel nuovo decreto 2023 non è un vero FSE 2.0, ma semplicemente l’estensione a tutta Italia del FSE più collaudato già esistente: quello emiliano-romagnolo.
Confido che la parte negletta (requisiti obbligatori per il PNRR e raccomandati) sia oggetto di successivo (e sollecito) decreto.
Ivan FavarinLaurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche - BSc European Business & Technology