Lettere al Direttore
Ma la Fimmg, in Veneto, è ancora un sindacato?
di Ornella MancinGentile Direttore,
in questi giorni i sindacati SMI e SNAMI hanno proclamato in Veneto quattro giorni di sciopero dei medici di famiglia (due di questi si sono già svolti e due sono in programma questa settimana).
Lo sciopero è stato proclamato dopo che è stato tentato in tutti i modi di ottenere una convocazione dalla Regione per discutere le problematiche che stanno rendendo sempre più difficile fare i medici oggi nel territorio.
Una mancata programmazione del numero dei medici ha portato in Veneto a una carenza tale che oggi, nonostante molti mmg si siano accollati 1800-2000 assistiti, molte zone sono e resteranno ancora senza assistenza di base (secondo i dati appena pubblicati dal direttore della programmazione sanitaria, in Veneto mancano circa 800 mmg e 35 pediatri, nonché sono vacanti 635 incarichi di continuità assistenziale e 59 dell’emergenza territoriale).
Nonostante i medici di famiglia si trovino spesso ad assistere un numero di pazienti superiore al previsto, il peso della burocrazia sulla attività di mmg non vien meno, anzi aumenta sempre di più: piani terapeutici (nati per farmaci che potevano essere prescritti solo dagli specialisti e inspiegabilmente divenuti a carico del mmg anche dopo che tali farmaci sono diventati prescrivibili dal medico di famiglia); le continue trascrizioni di impegnative chieste dagli specialisti che non ottemperano all’obbligo di ricettazione ; le innumerevoli certificazioni Inps, Inail, certificati di gravidanza, certificati di invalidità, schede SVAMA per inserimento in casa di riposo…. difficile anche elencarle tutte; le nuove richieste di pannoloni per anziani passate da un foglio da compilare a ben tre; l’invio mensile dei flussi regionali….
La burocrazia sta svilendo la nostra professione perché sta sottraendo tempo all’attività clinica e all’ascolto del paziente.
Nonostante un carico di lavoro ormai insostenibile esistono in Veneto ancora molti medici di famiglia che lavorano da soli, ancora senza aiuto di segretarie e infermiere.
Manca anche una attenzione verso la formazione dei nuovi medici: la carenza di MMG nel territorio spinge le ULSS ad assumere i giovani colleghi ancora in formazione per incarichi provvisori e temporanei, creando un deficit formativo che rischia di mettere a rischio anche la qualità dell'Assistenza ai Pazienti.
Neanche la continuità assistenziale se la passa bene: le sedi di guardia medica hanno subito accorpamenti con l’ampliamento del territorio da loro servito in assenza di una messa in sicurezza della sede di lavoro.
Sulle spalle del medico di famiglia grava il peso di una assistenza territoriale che non si è più in grado di garantire in maniera almeno accettabile. Cresce la frustrazione, l’impotenza e il desiderio di abbandono per delle soluzioni che tardano a venire e per una visone di sanità territoriale che appare fumosa.
Con queste premesse lo sciopero indetto da SNAMI e SMI appare come un tentativo estremo per convincere la politica che è tempo di sedersi a un tavolo per discutere e affrontare i tanti problemi della medicina del territorio.
Stupisce in questo contesto la posizione della Fimmg che per bocca del suo segretario Regionale Maurizio Scassola ha ripetuto più volte che, pur condividendo le ragioni della protesta non intende “utilizzare lo strumento dello sciopero”, dicendosi fortemente contrario “da sempre” perché la “nostra priorità è assistere i pazienti”.
Ma è possibile continuare ad assistere i pazienti in questo modo? Non è forse lo sciopero uno strumento sancito dalla Costituzione da mettere in atto quando le condizioni di lavoro diventano inaccettabili e rischiose in questo caso anche per la salute dei nostri cittadini?
E qual è il ruolo del sindacato se non quello di tutelare , curare e difendere gli interessi economici e professionali degli associati?
Può ancora essere definito sindacato chi esclude a priori la possibilità di utilizzare lo sciopero come sistema di miglioramento delle condizioni di lavoro dei suoi iscritti quando altre strade non siano percorribili?
Se la priorità della Fimmg non è più la tutela dei suoi iscritti, dobbiamo dedurre che la Fimmg, almeno la Fimmg del Veneto, non è più un sindacato?
Che cos’è allora la Fimmg in Veneto?
Ornella Mancin
Medico di medicina generale