Lettere al Direttore
Il déjà-vu degli infermieri e la rimozione del vincolo di esclusività … a tempo
di Saverio AndreulaGentile Direttore,
consenta la mia intromissione all’interessante agorà che la sua prestigiosa rivista ha attivato sul recentissimo decreto “bollette” del governo Meloni, per gli ambiti di interesse delle professioni sanitarie.
Prendo in esame solo l’art.13 del decreto “Bollette” nella parte in cui prevede la disapplicazione delle incompatibilità previste da leggi pregresse (L.165/01, L. 412/91, DL 127/21 art. 3 quater), ovvero della temporanea eliminazione del vincolo di legge per Infermieri ed altre professioni del pubblico impiego di esercitare la propria attività professionale solo per l’azienda con cui si intrattiene rapporto di lavoro.
Osservo preliminarmente che l’articolato di legge, modificato nell’ascensore di Palazzo Chigi prima della sua pubblicazione, sembra rispondere esclusivamente agli interessi di della classe politica, interessata a raggiungere meri obiettivi di parte:
- Acquisire un facile e fittizio consenso tra i professionisti sanitari del Comparto;
- Immaginare di risolvere la grave carenza di professionisti sanitari, prevalentemente infermieri in ogni contesto sanitario del paese;
- Disporre di forza lavoro per risolvere le problematicità di attivazione delle strutture sanitarie previste dal PNRR;
- Dare ossigeno alle aziende sanitarie private, in particolare alle residenze sanitarie per anziani impossibilitate a reclutare forza lavoro.
La legge in esame, non si esprime sui vincoli che determina nel rapporto di lavoro l’art. 3 quater della L.127/21 per i limiti e condizioni che impone ai professionisti sanitari del comparto che intendono avvalersene. Bisognerà essere preventivamente autorizzati all’esercizio libero professionale dall’Azienda con cui si ha in essere un rapporto di lavoro.
Avverrà che l’azienda sanitaria per autorizzare i propri Infermieri ad attività libero professionali dovrà garantire prioritariamente le proprie necessità a garanzia delle prestazioni sanitarie istituzionali che eroga per il Ssn.
Ciò detto, trovo sia imbarazzante, ma altresì significativa la spartana e inedita dichiarazione resa da Ministro sulla novità dello stop a tempo del “suo” decreto che di seguito riporto: “Si dimostrerà l'utilità fino a farlo renderlo strutturale”.
A mio avviso tanto evidenzia, la “debolezza politica” del ministro Schillaci, costretto a rivedere in alcuni elementi sostanziali, un testo di legge presentato prima della sua pubblicazione, cambiato poi repentinamente per dichiarati e improbabili aspetti temporali di analisi e verifica sulla sua fattibilità.
Evidentemente, dietro le quinte del teatrino della politica, alcune lobby professionali stabilmente impegnati in politica, hanno indotto e costretto il ministro “tecnico” della salute a ripiegare e rendere meno efficace la portata del provvedimento che interessa tutti i professionisti della salute di tutte le professioni sanitarie non mediche
Insomma, un’ulteriore e preoccupante richiesta di aiuto condizionante che la politica rivolge alla professione infermieristica nel momento del bisogno e delle necessità che il paese esprime per l’ammodernamento del sistema sanitario, proiettato a modelli concettuali innovativi e in linea e coerenza con gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Esattamente come già accaduto in quest’ultimo periodo di atroce perdurare della situazione pandemica indotta dal virus Sars-CoV-2, con il decreto “sostegni” che ha aperto agli Infermieri del pubblico impiego la possibilità di effettuare la profilassi vaccinale disapplicando i vincoli di esclusività del rapporto di lavoro.
Insomma, infermieri temporaneamente reclutati per effettuare un lavoro a “cottimo” che apriva alla possibilità di una successiva e più ampia estensione dell’allentamento del vincolo di esclusività sino a giungere alla sua definitiva cancellazione, come anticipata da Ministro e poi vincolata ad un arco temporale relativamente breve, data la necessità di definire con successivi decreti la portata attuativa del provvedimento.
Un ulteriore déjà-vu che la dice lunga sulle intenzioni della politica cui non basta già di aver abusato della pazienza degli Infermieri “eroi” del periodo pandemico impiegati come vere e proprie truppe cammellate sul fronte di guerra con regole d’ingaggio a tempo.
Saverio Andreula
Presidente OPI di Bari